Milano, 12 dicembre 2019 -
DOMANDA:
Siamo diventati bravi e più attenti nel differenziare i rifiuti. Bene. Mi piacerebbe però capire perché a fronte di questo impegno alla fine pago di più per smaltire il pattume rispetto a cinque anni e in più rischio una multa se sbaglio cassonetto. Gianni P., Milano
RISPOSTA:
Seguire l’andamento di produzione e smaltimento dei rifiuti fa venire il mal di testa. Non per il materiale in sé trattato, ma per la sorte e il costo che lo scarto dei nostri consumi continua ad avere. Per cominciare un dato: la produzione dei rifiuti è aumentata nonostante la crescita economica sia congelata, strano segnale visto che i due diagrammi hanno sempre proceduto di pari passo. Come sia possibile va accertato, così come è tutto da decifrare e tradurre in cifre quanto ci costa il fatto che è pur vero che in Italia è aumentata la quantita di scarti che seguono il ciclo della differenziata e del riciclo, ma è altrettanto evidente - da un’indagine dell’Ispra - che mancano gli impianti per lo smaltimento di alcune frazioni, a cominciare da quelle organiche che finiscono così per viaggiare da una provincia o regione all’altra con conseguenti costi che ricadono sul servizio. Ma c’è di più: quando la soluzione non si trova in casa, queste frazioni vengono “esportate” all’estero, altro dato in aumento, con ulteriori spese aggiuntive. È come essere in un dedalo senza uscite. ivano.costa@ilgiorno.net