Una casa in Valle e tanto amore per il buon medico

Chissà che il muovo medico, una volta preso possesso del suo ambulatorio, si trovi così bene e sia così apprezzato da non andarsene più

Milano, 12 luglio 2019 -

DOMANDA:

Caro direttore, leggo dell’iniziativa dei sindaci della Valle d’Intelvi e francamente resto senza parole. Possibile, mi chiedo, che per assicurare un medico agli abitanti della zona sia necessario pagargli la casa? Va bene tutto, ma stiamo sempre parlando della provincia di Como, non di uno sperduto centro dell’Aspromonte o di un villaggio di un Paese straniero. Non riesco a capire come mai sia così difficile assicurare ai cittadini un servizio così importante. Martina, da il giorno.it

RISPOSTA:

Appena ho saputo di questa difficoltà vissuta in Valle d’Intelvi per assonanza mi è venuta in mente la storia del congolese Seyolo Zantoko, che nel 1975 - dopo la laurea ottenuta a Parigi - si era trasferito con tutta la famiglia nella campagna francese per fare il medico condotto. All’inizio era stato accolto con qualche perplessità, poi però la passione e la professionalità con le quali servì la sua comunità fecero cadere ogni barriera. La sua storia è diventata un film, «Bienvenue à Marly-Gomont». Bene, spero che anche nella piccola valle della provincia di Como possa succedere qualche cosa di simile. E che un medico, italiano o straniero che sia, accetti la proposta dei sindaci disposti anche a offrirgli una casa. E chissà che, una volta preso possesso del suo ambulatorio, si trovi così bene e sia così apprezzato da non andarsene più. Che si innamori di quegli splendidi luoghi, per il bene di tutti. sandro.neri@ilgiorno.net