Coronavirus, l'allarme degli industriali: "Recessione globale mai vista"

L'analisi dell'Aib e della Camera di commercio di Brescia

Una fabbrica

Una fabbrica

Brescia, 24 marzo 2020 - Il 2020 si caratterizzerà per una recessione globale, la cui entità è ancora ignota. Uno scenario nero confermato dall'ultimo rapporto "Scenari e Tendenze" dell'Osservatorio congiunturale quadrimestrale, promosso da Aib (l'associazione che raccoglie gli industriali bresciani e che rappresenta la sezione locale di Confindustria) e Camera di commercio di Brescia, che tra le principali conseguenze economiche della diffusione del coronavirus nel mondo evidenzia tracolli dei mercati analoghi a quelli delle più importanti crisi finanziarie, scivoloni dei prezzi delle materie prime per effetto dell'interruzione degli scambi internazionali, ribasso dei prezzi del petrolio e dei suoi derivati, e tassi d'interesse azzerati.

Stando allo studio è ormai evidente che, per l'impatto del Covid-19 in tutto il pianeta, non ci sarà "la lieve accelerazione inizialmente prevista", anzi, la recessione mondiale si prospetta come una certezza, ma la sua entità "è ancora ignota" e "dipenderà da numerosi fattori, come la durata e la dimensione spaziale dell'emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate". Secondo i numeri disponibili (al 20 marzo scorso), "si prefigura quindi una recessione anomala rispetto a quelle sperimentate nel passato, a causa del simultaneo stop di domanda e offerta e del pesante coinvolgimento del comparto dei servizi, tradizionalmente poco reattivo rispetto all'evoluzione del ciclo economico". Per l'Italia, si legge nell'analisi, "Covid-19 significherà, dal punto di vista economico, una pesante recessione, con il Pil che nel 2020 potrebbe ridursi di oltre 3 punti percentuali (anche se ogni valutazione a oggi è prematura), e con il concreto rischio che interi comparti dell'industria nazionale vengano pesantemente ridimensionati dalla terza recessione negli ultimi dodici anni.

Guardando la situazione locale, il quadro "a Brescia è altrettanto preoccupante: la provincia è reduce da un 2019 poco brillante, con l'attività produttiva che, trimestre dopo trimestre, ha intensificato la sua frenata, poi divenuta caduta". Sempre in questo territorio "l'export ha segnato il primo segno 'meno' dal 2016: pesa la contrazione delle vendite di prodotti metalmeccanici in Germania, da sempre la principale destinazione del made in Brescia Nella prima fase, "immediatamente successiva all'entrata in vigore del decreto governativo (Dpcm), le aziende piu' colpite sembrano essere state quelle legate ai servizi (ristorazione, accoglienza, cura della persona, eventi, pubblicita', trasporti). Con l'evolversi dell'emergenza sono arrivate le prime chiusure di imprese, totali o limitate ad alcune linee produttive ed aree aziendali. Le sospensioni di attività colpiscono, in particolare, le grandi aziende metalmeccaniche del territorio, ma rappresentano un fenomeno trasversale tra i settori merceologici".