Gardone Riviera, pioggia di volantini: rivive l’impresa di D’Annunzio a Vienna

L’appuntamento è alle 12 in piazzetta Dalmata con alzabandiera in alta uniforme e sfilata di divise storiche

Gabriele D’Annunzio e Natale Palli in partenza sul velivolo per l’impresa di Vienna

Gabriele D’Annunzio e Natale Palli in partenza sul velivolo per l’impresa di Vienna

Gardone Riviera, 8 agosto 2018 - Che D'Annunzio fosse esperto di gesta eroiche in grado di generare un grande clamore – un genio del marketing ante litteram – è risaputo. E domani una rievocazione di una delle sue più celebri imprese gli renderà omaggio. A cento anni dal volo su Vienna, il Vittoriale festeggia la spedizione che se non consacrò, certo si aggiunse alla lista degli exploit che proiettarono il Vate nell’Olimpo delle figure più eclettiche della storia del XX secolo. Domani su Gardone Rivera pioverà una cascata di volantini.

L’appuntamento è alle 12 in piazzetta Dalmata con alzabandiera in alta uniforme e sfilata di divise storiche. Per l’occasione aerei d’epoca sorvoleranno la residenza dannunziana ricoprendola con migliaia di manifesti. Proprio come era accaduto il 9 agosto 1918. Il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, ricorda che dopo la Beffa di Buccari (febbraio 1918) D’Annunzio sognava una rivincita. Non fu facile ottenere il via libera al volo.

«Il Comando supremo glielo impedì nonostante i mille chilometri percorsi in una sorvolata dimostrativa sulle Alpi per esibire la propria resistenza alla fatica. Temevano un fallimento, o addirittura la prigionia o la morte del poeta-soldato – racconta Guerri -. Dopo le sue insistenze, Comando e Governo decisero di autorizzarlo all’impresa, di un’audacia mai tentata prima». Così, all’alba, dal campo di San Pelagio, presso Padova, decollarono undici apparecchi: uno, pilotato da Natale Palli, modificato per accogliere D’Annunzio che aveva con sé 390mila volantini. Il volo si prospettava difficilissimo, senza protezione dal freddo per l’altitudine, senza strumenti di navigazione, senza appoggi a terra, con poco carburante. Il Vate indossava un anello con del veleno, nel caso fosse stato catturato (un cimelio oggi esposto al Vittoriale). Non ci furono vittime, anche se solo sette degli aerei arrivarono a danzare sopra Vienna. Tra questi, appunto, il velivolo (neologismo inventato dal poeta) di D’Annunzio, che sganciò volantini in italiano e tedesco. L’incursione non passò alla storia sotto il profilo militare ma, al pari delle altre azioni dannunziane, per l’audacia. Al Vittoriale, dove si ritirò, il regime fascista gli concesse in dono il Mas della Beffa di Buccari, la Nave Puglia e l’aereo Sva del volo su Vienna.