Brescia, accoltella il compagno dell'ex moglie: dieci anni per tentato omicidio

Ha provato a uccidere il rivale in amore

La polizia scientifica sul luogo dell’aggressione

La polizia scientifica sul luogo dell’aggressione

Brescia, 15 maggio 2019 - Non ha ammazzato il rivale in amore solo per un soffio e per i giudici deve pagare quell’aggressione con dieci anni di carcere. E’ questa la condanna inflitta dal gup al termine del processo in abbreviato a G.B., trentanovenne di Pozzuoli a giudizio per avere un anno fa accoltellato il nuovo compagno della ex moglie, Massimiliano Cappelli, 50 anni, casertano. G.B. era alla sbarra per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e per porto abusivo d’arma bianca.

«Ho agito per gelosia», si è era giustificato con i poliziotti della squadra Mobile che l’avevano rintracciato e arrestato a poche ore dall’agguato. Era la mattina del 7 maggio 2018. I due uomini si erano sentiti al telefono nelle ore precedenti e si erano dati appuntamento per un faccia a faccia risolutivo. Ad attestarlo, anche alcuni messaggi recuperati dagli investigatori che darebbero conto di una resa dei conti programmata.

Tra le 8.30 e le 9  G.B. si è presentato davanti all’abitazione della ex consorte, traversa Sesta al quartiere Abba in città, dove la donna divideva l’appartamento con le sue due bambine e il nuovo fidanzato, Cappelli appunto, una guardia giurata. G.B., che non si era rassegnato alla separazione e soprattutto non accettava la presenza di un nuovo uomo nella vita della ex, era pazzo di risentimento e gelosia. Quella mattina Cappelli era stato avvistato mentre passeggiava nervosamente avanti e indietro in strada in attesa di qualcuno. Tutti avevano intuito che ci fosse nell’aria qualcosa di strano, perché il vigilante, abituato ai turni notturni, a quell’ora in genere dormiva. Invece era sveglio e molto agitato. La convivente era già uscita da casa per andare al lavoro, le bambine idem, erano a scuola. All’improvviso nella traversa Sesta è piombata una Bmw nera in velocità. Al volante c’era appunto G.B., che ha accostato, è sceso, ha infilato il coltello nell’addome al rivale e poi a missione compiuta è scappato sgommando.

Una sequenza rapidissima, conclusa sotto gli occhi dei vicini già in piena attività e che hanno visto la guardia giurata trascinarsi verso il cancello della sua abitazione grondando sangue. Le sue urla hanno richiamato l’attenzione di mezzo palazzo e generato un viavai di inquilini che si sono prodigati per soccorrerlo. «E’ stato l’ex marito della mia compagna a ridurmi così», ha urlato Cappelli. La polizia, che aveva già in mano un numero parziale di targa della berlina scura, è andata a colpo sicuro. Nemmeno due ore più tardi ha rintracciato G.B. a casa sua, nel quartiere Primo maggio. Non si era ancora disfatto del coltello da cucina utilizzato e ha subito ammesso le sue responsabilità. I messaggi recuperati nei cellulari dei due uomini hanno aggravato la sua posizione e spinto la procura a contestare il tentato omicidio premeditato. Una tesi accolta dal giudice di primo grado.