Tariffa puntuale dei rifiuti A farla solo 141 Comuni

Brescia, Mantova e Bergamo le province più virtuose, ma le insidie sono tante. Senza adeguata motivazione e controlli il rischio è l’abbandono per strada

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Brescia

di Federica Pacella

È considerato uno degli strumenti più idonei ad assicurare la corretta applicazione della gerarchia europea per la gestione dei rifiuti, nonché il modo più concreto per rispondere ai principi del "chi inquina paga" e "paga per quello che butti". Tuttavia, la tariffa puntuale resta un obiettivo ancora da raggiungere per la maggior parte dei Comuni. Secondo il censimento fatto da Ispra nell’ultimo rapporto sui Rifiuti Urbani, relativo al 2019, in Lombardia, dove la raccolta differenziata ha raggiunto ormai quota 72%, sono 141 i Comuni che hanno adottato la tariffa puntuale, su 1506 totali. La maggior parte si trova nel Mantovano (42, inclusa la stessa Mantova, unico capoluogo lombardo), nel Bresciano (36), nella Bergamasca (28) e nel Milanese (19). L’elenco andrà aggiornato con i Comuni che stanno facendo questa scelta: un esempio arriva dal Bresciano, dove il comune di Prevalle dall’1 gennaio 2022 partirà con la tariffa puntuale (Tarip), tramite bidoni dotati di chip che per pesare i rifiuti conferiti da ogni utente. "Consentirà di avere migliori risultati di riciclo – spiega Paolo Burlon, consigliere con delega all’Ambiente – e di riduzione dell’indifferenziato, migliorando il costo ambientale". Perché un sistema tanto virtuoso è così difficile da applicare? "Ci sono diverse ragioni – spiega Carmine Trecroci, professore di economia dell’Università degli Studi di Brescia, impegnato nella ricerca sui sistemi di gestione dei rifiuti – innanzitutto i Comuni che hanno il sistema di raccolta dei rifiuti misto o con calotta si guardano bene dall’applicarla, perché il solo sospetto di introduzione della Tarip farebbe aumentare il fenomeno del conferimento improprio dei rifiuti".

Per non essere penalizzati in bolletta (o per beneficiare dello sconto), molti potrebbero infatti lasciare la spazzatura fuori dal cassonetto o gettarla in altri contenitori. "I Comuni con sistema di raccolta misto questo lo sanno bene – evidenzia Trecroci – lo vediamo, ad esempio, a Brescia, dove dal 2017 si aspetta questa tariffa puntuale". Più agevole sarebbe l’applicazione nei Comuni in cui si usa il porta a porta integrale, ma al momento le norme prevedono che lo sconto si applichi solo sulla parte variabile della tariffa, altrimenti non si potrebbero coprire i costi di raccolta. Si rischierebbe così di mettere in piedi un sistema complesso, che genererebbe un vantaggio economico relativamente basso per il cittadino. "Se i Comuni riescono ad affiancare altri meccanismi incentivanti, come il riconoscimento del compostaggio domestico per chi riesce a smaltire in proprio l’organico, allora lo sconto assumerebbe una quota interessante. Visti questi problemi è sorprendente che il servizio sia partito in 141 Comuni lombardi ".