"Sono realista: i 70 milioni non basteranno"

Caffaro, il nuovo commissario per la bonifica avverte: gli imprevisti sono dietro l’angolo, varianti da affrontare in corso d’opera

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di Federica Pacella

Per la gara che dovrebbe partire a fine ottobre ci sono 70 milioni, ma il commissario per la bonifica del sito industriale Caffaro è realista: non basteranno. "Abbiamo un importo rilevante, che dobbiamo cercare di implementare ulteriormente per garantire il successo del lavoro che andiamo ad attivare", spiega Mario Nova, succeduto a Roberto Moreni nella prima audizione in Commissione consiliare ambiente. Da dirigente del settore Ambiente della Regione, Nova sa che quando si parla di bonifiche gli imprevisti possono essere dietro l’angolo, tanto più in un sito complesso come quello della Caffaro, 11 ettari nel cuore di Brescia in cui per mezzo secolo sono stati prodotti i cancerogeni Pcb che, insieme a diossine, cromo, mercurio ed altri veleni, sono finiti nel suolo e in falda.

Quasi 1,5 milioni sono stati già inseriti a copertura degli imprevisti che potrebbero arrivare già dal decommissioning, la prima fase di smantellamento degli impianti che durerà due anni, cui seguirà l’intervento vero e proprio di bonifica e messa in sicurezza (8 anni).

"La maggior parte delle operazioni di bonifica in Lombardia – spiega Nova – non ha avuto la conclusione operativa ed esecutiva individuata nel progetto, perché ci sono sempre riscontri, nella realtà, che determinano la possibilità di varianti che vanno affrontate in corso d’opera. Dovremo costruire una struttura di supporto al commissario, per gestire l’operatività della gara".

La gara sarà pubblicata per fine ottobre, ma resta ancora aperta la questione della barriera idraulica. In parallelo, infatti, continua l’interlocuzione tra Procura, Arpa, ministero della Transizione ecologica e Caffaro Brescia in liquidazione, azienda in affitto in via Milano, che non ha la responsabilità dell’inquinamento storico ma i cui vertici sono finiti sotto inchiesta per disastro ambientale a causa del mancato adeguamento della stessa barriera (necessaria per salvare la falda dagli inquinanti presenti nel suolo). La società potrebbe occuparsi di efficientare la barriera idraulica, liberando il pubblico da questo impegno. Se ciò avvenisse, bisognerebbe rivedere lavori e importo economico prima di pubblicare il bando. Secondo quanto riferito da Nova (che non siede al tavolo tra azienda e Procura) il Ministero ha assicurato la "prossima messa a disposizione dell’impegno del privato, che andrà poi approfondito in ordine al grado di integrazione progettuale".

Per il sindaco Emilio Del Bono, "l’ipotesi della pubblicazione della gara entro il mese di ottobre è una svolta. Il finanziamento dei Sin? Dovrebbe essere uno dei nodi più importanti del Pnrr". Quanto al tema di chi gestirà la barriera idraulica almeno fino all’avvio dei lavori (che non inizieranno prima della fine del 2022) sollevato in commissione dalla consigliera Paola Vilardi, bisognerà vedere quello che emergerà dall’accordo con la Procura. Di certo c’è che la Caffaro Brescia in liquidazione, che ha smesso la produzione a Milano da un anno ma che si è impegnata a mantenere l’emungimento fino alla fine dei suoi lavori di dismissione, proseguirà a occuparsene almeno fino a marzo 2022, visto che ha chiesto la cassa integrazione per ulteriori 6 mesi a partire dall’1 settembre.