"Se un genitore ha dei problemi non deve vedere i suoi bambini"

"Non posso dare un giudizio sulla vicenda di Mesenzana. Mi sento di dire che, se un genitore ha dei problemi, non deve vedere i bambini, mentre chi segue queste vicende pretende per forza ci sia una mamma e un papà".

Una situazione che Erica Patti ha vissuto tragicamente sulla propria pelle. Nove anni fa, l’ex marito Pasquale Iacovone uccise i due figli, Andrea di 13 anni e Davide di 9, a Ono San Pietro, soffocandoli e poi bruciando i corpi, per vendicarsi della ex moglie, proprio come sembrerebbe accaduto a Mesenzana.

"In un anno e mezzo, dal 2012 al 2013, ho fatto 10 denunce. Non mi hanno creduta. I carabinieri mi dissero di non andare ogni giorno a denunciare, ma di raccogliere tutti gli episodi di stalking in un’agenda e poi fare una denuncia corposa ogni tanto. Per scrivere la prima ci misi 6 ore, ma è finita in un cassetto".

Un calvario che Patti ha raccontato in un libro, “Col senno di poi“, scritto da Laura Bergami, presentato a Brescia dall’assessore alle pari opportunità Roberta Morelli. "Quella frase, col senno di poi, me la disse l’assistente sociale a cui, dopo la tragedia, andai a chiedere perché non avevano fatto nulla prima".

Oggi l’ex marito è in carcere, condannato all’ergastolo. In un paio di lettere scritte a un amico, ha continuato a inveire contro la ex moglie. "Lettere minatorie – racconta Patti – mi sono rivolta al giudice, lo abbiamo bloccato: non posso pensare di continuare a essere stalkerizzata". Il libro ricostruisce ciò che non ha funzionato nel sistema che avrebbe dovuto proteggere Erica, Andrea e Davide. "Si poteva evitare, non è stato fatto".

Federica Pacella