Scuola, a Brescia rebus sulla prima campanella

La data di inizio è ancora un’incognita. Secondo la fotografia della Cisl le cattedre scoperte sono 2.162

La manifestazione “Priorità alla Scuola” che si è tenuta a giugno a Brescia

La manifestazione “Priorità alla Scuola” che si è tenuta a giugno a Brescia

Brescia, 12 luglio 2020 - La data di inizio resta ancora un’incognita: si sa solo che quella che sarà fissata per le scuole dell’infanzia varrà anche per i nidi. Per sapere quando i piccoli della fascia 0-6 potranno ritornare a scuola, bisognerà attendere le disposizioni a livello nazionale. "Non appena avremo conferme in tal senso, vi avviseremo tramite mail", ha scritto il Comune di Brescia in una comunicazione inviata ai genitori, in cui si chiarisce, comunque, che i primi giorni di apertura saranno dedicati all’accoglienza dei bambini già frequentanti.

I nuovi iscritti saranno inseriti, invece, con gradualità. In attesa di avere lumi sul suono della prima campanella per infanzia e nidi, il piano scuola 2020-2021 si fonda su tre principi fondamentali. Innanzitutto, la stabilità e la numerosità dei gruppi: i bambini dovranno frequentare per il tempo previsto di presenza, con gli stessi educatori, insegnanti e collaboratori di riferimento.

Sarà privilegiato, poi, l’uso degli spazi esterni, con la disponibilità di uno spazio interno ad uso esclusivo per ogni gruppo di bambini, con i rispettivi arredi e giochi che dovranno essere opportunamente sanificati. Tutti gli spazi disponibili (sezioni, antisezioni, saloni, atrii, laboratori, atelier) dovranno essere riconvertiti in spazi distinti e separati per accogliere stabilmente gruppi di apprendimento, relazione e gioco. Infine, la possibilità, dove necessario per ragioni di spazio, di consumare pranzo e merenda nello stesso locale-sezione dedicato al gruppo stabile dei bambini. Le sezioni estive sono un buon banco di prova per tarare il sistema. Il settore scuola guidato dall’assessore Fabio Capra con quello dell’edilizia scolastica di Valter Muchetti, e i dirigenti, in queste settimane stanno lavorando per valutare eventuali necessità di adeguamento. È in corso anche la ricerca di altre possibili sedi idonee per poter accogliere, a settembre, tutti i bambini.

"Il metro, le distanze ed il distanziamento a scuola. Quello che faccio in questi giorni è misurare e rimisurare aule e spazi – scrive Giovanni Pasini, il vicepreside dell’Istituto comprensivo centro 3 -perché poi voglio immaginarci i ragazzi dentro, a settembre, quando la suola ricomincerà". Proprio dall’Istituto comprensivo Centro 3 era partito, nella scorse settimane, un movimento nato da genitori e docenti per chiedere attenzione sulla scuola e l’impegno a riportare i ragazzi in classe. Oltre agli spazi per garantire il distanziamento, la scuola bresciana è anche alle prese col rebus docenti. Secondo la fotografia fatta dalla Cisl scuola, le cattedre scoperte dell’organico di diritto sono 2.162. Di fatto, però, con lo sdoppiamento delle classi e la formazione di piccoli gruppi, di insegnanti ne servirà probabilmente un 20% in più.

Il problema maggiore riguarda, come sempre, il sostegno, con 557 docenti da reperire; tra le discipline, quelle scientifiche sono a maggior rischio di cattedra vuota. Il problema è che le graduatorie da cui pescare sono esaurite o in via di esserlo, così come quelle dei vecchi co ncorsi. Un problema non certo nuovo: lo scorso anno si è dovuto ricorrere anche ai non laureati per poter coprire i vuoti. Il rischio, però, è che col Covid la situazione peggiori, a partire dal fatto che, proprio per il rischio di contagio, molti docenti di altre regioni potrebbero decidere di non accettare la sede nel Bresciano. Difficile, infine, che una soluzione arrivi dal concorso riservato a chi già insegna da anni, i cui effetti si vedranno al più nel 2021-2022.