Ricatto hard al don: costretto a consegnare 167mila euro, pena la diffusione di video osè

La vicenda del parroco 72enne di Brescia approda in tribunale. Cinque romeni residenti a Bergamo, tra i 20 e i 25 anni, avrebbero estorto denaro al sacerdote: "O paghi o andiamo a dirlo al vescovo"

Un prete (foto d'archivio)

Un prete (foto d'archivio)

«All’inizio questa storia era una questione umanitaria. Poi ha preso un’altra piega. Sono stato messo in trappola. Ma non ho fatto niente". Parola del parroco 72enne di Brescia, finito un paio di anni fa nel mirino di cinque romeni – tra i 20 e i 25 anni, dimoranti alla Malpensata di Bergamo – che l’hanno adescato e costretto a consegnare 167mila euro, pena la diffusione di video osè. Ieri davanti al giudice Luca Tringali si è aperto il dibattimento per tre imputati, identificati ma irreperibili. Nella primavera 2021 altri due erano invece stati arrestati: già giudicati in abbreviato, condannati a 5,8 anni e 4,8, sono evasi dalla comunità e non si sa dove siano.

Stando alla Locale di Brescia e al pm Alessio Bernardi sono professionisti del raggiro, provato dai bonifici a molti zeri emessi dal don, costretto a chiedere prestiti in famiglia e in parrocchia. In aula ieri sono sfilati i primi testi dell’accusa, tra i quali il commissario della Locale Paolo Avanzini che ha condotto le indagini e il fratello del parroco ("Mi diceva che doveva ristrutturare la chiesa, così gli ho fatto due bonifici da 10mila e 15mila euro e gliene ho prestati altri 48mila"). E poi la vittima.

A farla saltar fuori, nel febbraio 2020, era stato proprio il don avvicinando una pattuglia della Locale per la presenza di clochard davanti alla chiesa, a suo dire troppo insistenti. Ma gli investigatori hanno capito che c’era altro. Fingendosi indigenti e approfittandosi del suo buon cuore quei ragazzi erano entrati nelle sue stanze, gli avevano chiesto di farsi una doccia e dormire, si erano denudati e lo avevano indotto a toccarli inscenando un’irritazione da curare nelle parti intime – questa la versione del prete – e l’avevano filmato. Da allora lo avrebbero ricattato: "O paghi o andiamo a dirlo al vescovo, e veniamo in chiesa durante la Messa a gridarlo".