Rezzato-Roma: dal papa a piedi per Zaki

Un milione e mezzo di passi: la camminata di Antonelli per la cittadinanza italiana allo studente in carcere

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di Federica Pacella

Sono passati mesi da quando, in pieno lockdown, leggendo le notizie relative a Patrick Zaki sui quotidiani, Marino Edoardo Antonelli si è chiesto cosa potesse fare per un ragazzo ingiustamente privato della libertà. La risposta ha preso pian piano corpo e si è concretizzata in un’impresa, faticosa ma costruttiva, che ha permesso quanto meno di tener alta l’attenzione sulla petizione per chiedere al Governo di concedere la cittadinanza italiana a Zaki, lo studente dell’università di Bologna, da 20 mesi in custodia cautelare a Il Cairo, perché imputato in un processo per un suo articolo sulla minoranza cristiana coopta in Egitto. Partito da Rezzato, nel Bresciano, il 20 settembre scorso, Antonelli è arrivato ieri a Roma, dopo aver fatto 1 milione e mezzo di passi che lo hanno portato dalle colline del Garda a Bologna, Firenze, Assisi, fino appunto alla Capitale, dove ieri mattina ha assistito all’udienza generale di papa Francesco. "Durante il lockdown – racconta Antonelli – leggevo le notizie su Zaki e mi rendevo conto che, mentre noi ci lamentavamo per la chiusura in casa pur sapendo che prima o poi saremmo stati liberi, questo ragazzo non aveva prospettiva". La Walking for Patrick, di cui Antonelli è stato protagonista, fa parte delle iniziative lanciate dalla community Station to Station, che ha promosso la petizione per la cittadinanza Zaki. Si è ormai ad un passo dal l’obiettivo delle 300mila firme: sulla piattaforma online change.org ne sono arrivate più di 278mila, cifra raggiunta anche grazie alla camminata di Antonelli. "È andata bene – ha raccontato – dal punto di vista fisico non ho avuto problemi. È stato un continuo alternarsi di incontri, emozioni, partecipazione". L’arrivo nella capitale è stata l’occasione per un flash mob conclusivo, in piazza Sant’Apostoli, con una performance scandita dai rumori di un cuore e di un orologio.

"Il tempo è scaduto – dicono da Station to Station – il governo conceda subito la cittadinanza italiana a Patrick Zaki". Il nodo, ora, è proprio questo. "Purtroppo dal Governo non è ancora arrivata nessuna risposta né positiva né negativa, in merito a questa proposta", ricorda Antonelli. Station to Station chiede invece al Paese un atto di coraggio, ovvero "che crei finalmente un precedente che possa fungere da pilota". Antonelli, 59 anni tornerà a Brescia venerdì, dove lo aspetta la sua famiglia e, da lunedì, riprenderà il suo lavoro in banca. Il ritorno alla quotidianità non potrà cancellare questa esperienza né l’impegno per la causa. "Cercheremo di mettere a frutto questa esperienza – evidenzia – nel percorso da Brescia a Roma sono state già intessute molte relazioni, in nome di Zaki, e, in generale, dei diritti umani".