Rezzato: dopo il raid con la svastica, l’abbraccio del paese

Centinaia di persone si sono radunate in un presidio fuori dal bar Casablanca, organizzato da radio Onda d'Urto, Anpi e altre associazioni antirazziste

Un momento dell’abbraccio collettivo alla giovane barista offesa da vandali ignoti

Un momento dell’abbraccio collettivo alla giovane barista offesa da vandali ignoti

Rezzato (Brescia), 29 gennaio 2020 - Diverse centinaia di persone ieri hanno voluto esprimere il proprio sostegno a Madiha, la giovane donna italiana di origini marocchine obiettivo di un raid razzista e sessista, che ha trovato nel bar non solo la scritta "troia negra", ma anche una svastica dalle braccia volte nel senso sbagliato e una croce celtica.

A organizzare il presidio sono stati l’emittente antagonista Radio Onda d’Urto, l’associazione “Diritti per tutti” e il Centro Sociale Magazzino 47. Erano presenti, tra le compagini associative, Rezzato Democratica, Rezzato bene comune, gli scout e la Bottega dei popoli , con Anpi provinciale, Confederazione Cobas, Non una di meno, Sinistra anticapitalista, Rifondazione comunista e Cs 28 maggio. L’intento con cui le persone si sono riunite, è quello di raccogliere fondi per la barista, di modo da consentirle di riaprire il bar. Non solo: uno striscione appeso all’ingresso del bar Casablanca ha ribadito il concetto con cui tutti si sono incontrati. Tanti sono stati coloro che hanno portato cibo e bevande per animare un aperitivo comune, tramite cui sono stati raccolti soldi e donazioni. Lo striscione diceva: "Basta Razzismo. Se toccano una, toccano tutte". Unica assente era l’italo marocchina, che ha fatto sapere di aver "voluto denunciare, non chiedere del denaro". Oggetto del vergognoso attacco, la donna ha scoperto il raid al suo bar di via Garibaldi 54 alle due del mattino del 27 gennaio.

A terra sono stati vergati anche simboli con scritte offensive, e molte suppellettili, stoviglie e bottiglie sono stati rotti, causando un ingentissimo danno economico. Dal palco, il giornalista Umberto Gobbi, rappresentante dell’associazione "Diritti per tutti" e conduttore di Radio Onda d’Urto ha detto: "Madiha ringrazia tutti. Ha parlato con i media e con noi ed ha spiegato che non desidera denaro per ripartire. Quello che verrà raccolto sarà devoluto a una associazione a sua scelta". Le persone che si sono radunate erano di provenienza eterogenea, sia per età, sia per ideologia politica. Segno che la donna ha goduto dell’abbraccio di tutta la provincia, di Rezzato e del lago di Garda, dove è nata e cresciuta. «L’Anpi esprime sentita vicinanza alla cittadina rezzatese Madiha – hanno detto dai vertici provinciali dell’Anpi - Una donna così vergognosamente attaccata nella sua persona e nel suo lavoro; quello su cui si fonda la Repubblica e che dà dignità all’uomo". Nelle scorse ore la donna ha espresso i suoi dubbi nel riaprire il proprio locale. Forse di fronte a tutto questo affetto cambierà idea.