Primi arrivi di profughi senza contatti

Anche gli immobili confiscati alla mafia nel monitoraggio chiesto dalla Prefettura ai Comuni, per la ricerca di appartamenti da destinare ai profughi ucraini, ma il loro riutilizzo non sarà immediato. A Castrezzato, il sindaco Giovanni Aldi ha già segnalato la disponibilità di un appartamento, dove andranno una mamma con 3 bambini, ora ospiti di un b&b pagato da un privato. Tuttavia il problema degli immobili è la gestione. La Prefettura potrebbe coinvolgere i gestori dei Cas, che però sono scoraggiati, visto che i 24 euro previsti (ridotti dai decreti sicurezza di Salvini) non coprono alloggio e servizi. A scontentare ulteriormente i gestori, sono gli accordi che la Regione fa, in via sussidiaria, con gli alberghi, a cui sono erogati 70 euro al giorno.

Per ora nel Bresciano i 1.785 profughi registrati in questura (aggiornato a domenica sera) di cui 834 minori (84 senza almeno un genitore) sono per lo più accolti da reti familiari. Tra i minori, risulta solo un gruppo di 6 ragazzi, di cui un maggiorenne, arrivati da una casa famiglia di Kiev, accolti presso l’associazione Donne oltre di Manerbio.

"Gli arrivi sono costanti – spiega il nuovo capo di gabinetto della Prefettura Massimo De Stefano (nella foto) – il meccanismo solidaristico per ora tiene. Stiamo lavorando per promuovere le convenzioni con i Comuni e ampliare la rete Sai e Cas".

Tuttavia i i tempi delle istituzioni non sono quelli dell’emergenza, che sta già cambiando forma rispetto all’inizio. "Iniziano ad arrivare persone che non hanno contatti sul territorio", avvisa il sindaco di Nave, Matteo Franzoni. La canonica di Nave, ad esempio, nelle scorse ore ha aperto le porte a 10 persone che non avevano familiari nel Bresciano: tra loro una donna incinta di 2 gemelli. "La canonica è grande – spiega don Ruggero Zani – siamo stati contattati per sapere se avevamo spazio e li abbiamo accolti".

Federica Pacella