Prestiti da usuraio alle imprese Nuovo arresto per Roberto Franzè

Il 45enne è stato raggiunto dal provvedimento mentre si trova in carcere ad Ascoli Piceno

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di Milla Prandelli

Le attività della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Brescia e dell’Arma carabinieri, coordinata dal colonnello Gabriele Iemma, hanno portato a una serie di nuove accuse per il 45enne Roberto Franzè, che lo scorso 21 ottobre era stato condannato a tre anni per tentata estorsione ai danni dei datori di lavoro della compagna che attualmente si trova in carcere ad Ascoli Piceno. L’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata messa in atto nelle scorse ore all’interno della casa circondariale dove sta scontando la sua condanna.

Franzé, che come si legge nella nota diramata dal Comando Provinciale dei carabinieri di Brescia, è "considerato vicino alla cosca Romano di Vibo Valentia, è ritenuto responsabile di usura, estorsione, rapina, sequestro di persona, lesioni, ricettazione, detenzione e porto abusivo di arma e abusiva attività finanziaria, tutti aggravati anche dal metodo mafioso". A portare Procura e militari a questo nuovo filone di indagine che coinvolge Franzè sono state le attività relative alla tentata estorsione ai danni degli ex titolari della compagna. I carabinieri, mentre facevano accertamenti, si sono resi conto che Franzè esercitava l’attività illegale di usuraio. Grazie a verifiche di diverso tipo hanno raccolto indizi di reato a suo carico, nonostante in quel periodo fosse in prova al servizio sociale in seguito ad altre condanne. Con lui collaboravano il fratello e altre quattro persone: tutti indagati. Secondo quanto emerso tra settembre 2019 e maggio 2020, dopo aver carpito la fiducia di tre imprenditori in difficoltà economica operanti in Lombardia nei settori commerciali della rivendita di autovetture, di bevande e di gestione di sale slot machine, Franzè e i complici hanno concesso una serie di prestiti usurai con tassi compresi fra il 130 e il 429%. Quando questi non sono più stati in grado di pagare i debiti, anche in seguito alla crisi dovuta alla pandemia, sono stati vittima di estorsioni sia tentate sia consumate e uno di loro è stato addirittura rapinato a mano armata, sequestrato e picchiato. Oltre a notificare la nuova ordinanza di custodia cautelare a Franzé, la Procura ha disposto il sequestro preventivo di polizze e rapporti di conto corrente per circa 1,8 milioni di euro.