Polaveno, i gemelli avevano un piano per uccidere la sorella

Brescia, non è escluso che i due diciassettenni che si dicono "pentiti" avessero anche altri obiettivi. I genitori: sconvolti

I rilievi sulla scena del crimine

I rilievi sulla scena del crimine

Sono ucsiti dal Tribunale dei minori di Brescia alle 14,30 uno dietro l’altro, stralunati, occhi pieni di lacrime. A fianco, gli avvocati che assistono i figli più piccoli, in carcere con l’accusa del tentato omicidio pluriaggravato della primogenita. Solo una mezza frase: ‘Questa storia ci ha sconvolto la vita’, hanno bisbigliato i genitori. La storia è quella dei gemelli di Polaveno, 17 anni: la notte tra venerdì e sabato si sono avventati con un’ascia e un coltello sulla sorella 22enne mentre dormiva. La ragazza è viva per miracolo dopo due interventi. Loro sono stati arrestati a Ponte Zanano, pochi chilometri da casa, mentre vagavano sulla statale, all’alba. Dopo avere ammesso le proprie responsabilità con il pm Maria Cristina Bonomo, ieri i due hanno ripetuto il racconto al gip dei minori, Daniela Martino, che li ha sentiti da remoto per l’interrogatorio di convalida. Uno dal carcere minorile di Firenze, l’altro dal pronto soccorso del Civile – dove è stato curato per la frattura di un dito e i tagli riportati durante l’aggressione –, assisititi dagli avvocati Stefano Paloschi e Andrea Paternoster, hanno parlato un’oretta ciascuno, con lucidità, confermando l’orrore. Si sono detti ‘pentiti’, ma prima di scendere in dettagli hanno chiesto di fare uscire dall’aula madre e padre, salutati brevemente attraverso il monitor. I verbali delle deposizioni sono stati secretati . Quel che è certo è che nelle scorse ore chi indaga ha ritenuto di aggiungere l’aggravante della premeditazione a quelle della minorata difesa della vittima, del rapporto di parentela e dei futili motivi. Il movente di tanta violenza all’interno di una famiglia senza problemi con la giustizia non è ancora stato cristallizzato. Ma si fa largo l’ipotesi, se possibile ancora più sconvolgente, tutta da verificare, che la sorella in realtà non fosse l’unico bersaglio dei due, in conflitto con il padre per lo scarso impegno scolastico e un eccesso di ‘vivacità’. I ragazzi sono entrati in azione alle due di notte. Uno era appena rincasato, l’altro aspettava in camera. La casa immersa nel sonno. Tra le mani, un coltello da cucina e un’ascia, prelevata nel capanno degli attrezzi. I gemelli hanno raggiunto la stanza della sorella. L’hanno colpita alla cieca al volto, al collo, al torace, ai fianchi, alle braccia e alle mani. Poi, forse in un momento di resipiscenza, hanno abbandonato l’impresa, mollando le armi insanguinate e la ragazza ferita. Prima di andarsene hanno frugato nel portafogli del padre da cui hanno prelevato 200 euro – per garantirsi la latitanza da partre ci sarebbe stato qualche altro centinaio di euro -, si sono lanciati giù per la scale e sono fuggiti. Non prima di avere scampanellato per svegliare i genitori, già richiamati dalle urla della figlia, e di avere avvisato il 112. Hanno vagato a piedi, finché i carabinieri non li hanno rintracciati alle 6.47. Madre e padre, che trepidano per le condizioni della figlia, attendono di sapere in quale carcere sarà trasferito il ragazzo, fino a ieri piantonato in ospedale.