Piombo nel torrente sopra il paese Sequestrata la discarica di Odolo

Contiene due miliardi di tonnellate di scorie delle acciaierie, metalli pesanti cinque volte oltre il limite. Indagato l’amministratore

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ODOLO (Brescia)

di Federica Pacella

Metalli pesanti 5 volte sopra i limiti nel torrente e nei sedimenti: sotto sequestro la discarica Vergomasco, 15 ettari a Odolo. Ad eseguire l’ordinanza del Gip del Tribunale di Brescia, sono stati i Carabinieri Forestali della stazione di Vobarno. Avviata nel 1988, la discarica contiene più di 2 milioni di tonnellate di scorie delle acciaierie odolesi, con cui è stata colmata la valle dove scorreva il torrente Rio Vergomasco, di cui restano solo 300 metri. Nel 2005 è subentrata la società consortile ora indagata, la Vergomasco s.c.a.r.l., che avrebbe dovuto adeguare l’impianto di trattamento del percolato della porzione realizzata prima del suo subentro. Secondo le indagini dei militari, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Donato Greco, la società non avrebbe rispettato le prescrizioni dell’autorizzazione, provocando l’inquinamento: senza un impianto adeguato, una parte è abusivamente riversata nel torrente tramite due tubazioni non autorizzate. Le analisi fatte tra il 2021 ed il 2022 da Arpa Brescia hanno rilevato piombo, cadmio, zinco in quantità importanti nelle acque. "Nei sedimenti – spiega Fabio Cambielli, direttore Arpa Brescia – abbiamo trovato concentrazioni oltre i limiti di legge per le aree verdi residenziali". Già avviate le procedure amministrative verso la società per la bonifica ed il ripristino ambientale, mentre l’amministratore unico è indagato per inquinamento ambientale aggravato e scarico non autorizzato di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose. "Siamo fiduciosi che il problema giunga a una veloce risoluzione, visto che la stessa discarica è stata oggetto di studi per un suo ampliamento e la cui autorizzazione della Provincia sembrava ormai scontata e in dirittura d’arrivo. L’ampliamento comportava anche lavori di potenziamento degli impianti di trattamento del percolato", commenta il sindaco Marino Zinelli. Il Comune non pensa di costituirsi parte civile.