Operaio precipita nella tromba dell'ascensore e muore: ancora una vittima sul lavoro

Dalla prima ricostruzione sembra che l'uomo stesse facendo manutenzione

I soccorsi a Nave

I soccorsi a Nave

Nave (Brescia) - Ennesima vittima del lavoro in Lombardia: un uomo di 49 anni è morto a Nave, in provincia di Brescia. Dalle prime ricostruzioni pare che si tratti di un operaio caduto nella tromba di un ascensore mentre stava effettuando lavori di manutenzione. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, la polizia, i vigili del fuoco e Ats Brescia per i rilievi del caso.  L'infortunio è avvenuto in via Conicchio 48. Due operai di 77 anni e di 49, entrambi residenti in zona, stavano intervenendo sull'ascensore quando il più giovane è precipitato nella tromba dell'ascensore, morendo sul colpo. 

Nelle ultime settimane la Lombardia sta aggiornando quasi giornalmente il triste bollettino delle vittime del lavoro. Solo tre giorni fa a Leffe, nella bergamasca, un operaio di 59 anni, morto per "trauma da schiacciamento alla testa e al torace". La vittima era un autotrasportatore veneto che è stato travolto da una balla di polietilene di circa 5 quintali durante le operazioni di scarico merce. L'uomo è rimasto schiacciato dopo aver sbrogliato la cinghia che teneva bloccato il carico. A fine maggio nel Pavese due uomini hanno perso la vita investiti da una nube tossica 

I sindacati

"Un ulteriore infortunio mortale che interessa la nostra provincia - denunciano Cgil, Cisl e Uil - e che ha visto in breve tempo accadere degli incidenti che hanno riguardato più categorie professionali e con diverse dinamiche che dimostrano come diventa sempre più impellente l’intervento generalizzato in tema di controlli e formazione degli addetti a prescindere dalle dimensioni e dalle tipologie lavorative. Infatti sono state coinvolte realtà industriali, così come piccole aziende, sono stati coinvolti luoghi chiusi come le fabbriche così come luoghi aperti come strade, cantieri o campi agricoli. Accanto alle richieste che come Cgil Cisl Uil abbiamo già avanzato a tutti i livelli e sui temi centrali in merito alla tutela della salute e della sicurezza, dobbiamo considerare anche il coinvolgimento dei lavoratori in iniziative che opportunamente mettano al centro questi argomenti e riportino alla loro responsabilità tutti i soggetti che già dovrebbero garantire l’incolumità delle persone che lavorano".

I dati

Nel 2020 gli incidenti mortali sul lavoro sono stati ben 1.270. Praticamente è come se un piccolo borgo italiano fosse stato cancellato a causa di infortuni sul posto di lavoro. Il numero già di per sé fa rabbrividire, ma è ancora più d'impatto se si pensa che secondo i dati forniti dall'Inail - Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro - i morti per lo stesso motivo nel 2019 erano stati 1.089. Un terzo dei decessi e quasi un quarto delle denunce di infortuni sul lavoro sono dovuti al coronavirus e questo non può essere ignorato. Ma nel 2020 molte aziende sono rimaste chiuse per oltre un mese. Eppure i morti non sono diminuiti. Nel 2020 i decessi per omicidio volontario sono stati 271, di cui 112 donne, secondo l'Istat. Ovvero sei volte in meno rispetto ai morti sul lavoro. Si muore ancora di lavoro in Italia, inutile nasconderlo. Si continua a perdere la vita facendo quello che nella vita dà il sostentamento. Nel 2019, secondo l'Istat, i morti a causa di incidente stradale, entro un mese dal sinistro, sono stati circa 3.200. I dati che riguardano i decessi per incidente domestico, stando al 2017 e secondo Ispesl, sono stati 8.000. L'idea è che comunque negli anni successivi la tendenza non sia stata particolarmente diversa. Nel caso degli incidenti domestici, però, bisogna tenere conto del fatto che a volte il passo da omicidio a incidente domestico può essere breve. Diversi sono infatti i casi di staging, ovvero modifica della scena del crimine, che difficilmente possono essere smascherati