Operatrice uccisa a coltellate: orrore per il raptus dell'ospite, preso dopo inseguimento

"Nadia era una persona eccezionale. Siamo disperati. Era nata per fare del bene al prossimo". L'autore dell'omicidio è un immigrato disabile psichico, di 54 anni

Nadia Pulvirenti (Fotolive)

Nadia Pulvirenti (Fotolive)

Iseo, 25 gennaio 2017 - Quindici coltellate inferte a chi lo aiutava quotidianamente. Così il marocchino Abderrhaim El Mouckhtari, 54 anni, ha ucciso ieri Nadia Pulvirenti, assistente psichiatrica di 25 anni. Il sangue e l’orrore all’interno di Cascina Clarabella a Iseo, dove diversi disabili psichiatrici godono delle cure fornite da alcune cooperative che si occupano anche di inserirli nel mondo del lavoro, impiegandoli nell’agriturismo annesso alla struttura.

Secondo la prima ricostruzione dei fatti, intorno a mezzogiorno, uno dei locali del cascinale tra El Mouckhtari e l’operatrice è iniziata una discussione; l’uomo ha afferrato un coltello, infierendo sulla giovane laureata in tecnica della riabilitazione psichiatrica all’università di Verona. Il marocchino si è dato alla fuga. Per Nadia, che viveva a Castegnato nel Bresciano, non c’è stato niente da fare; le ferite riportate durante l’aggressione sono risultate letali. I carabinieri hanno immediatamente diramato le fotografie del ricercato e una pattuglia della polizia locale di Iseo è riuscita a intercettarlo. L’uomo è stato arrestato in località Colombera, poco distante da un campeggio e da due stabilimenti balneari, attualmente chiusi, sporco insanguinato e visibilmente sotto choc.

«El Mouckhtari – hanno raccontato due agricoltori del posto– era qui da almeno cinque anni. Uno svogliato. Non ha però mai causato problemi». A Castegnato la notizia della morte di Nadia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. La giovane da meno di un anno conviveva con un 26enne del posto, Gianluca.

«Nadia era una persona eccezionale – ha commentato un amico della coppia – l’ho sempre vista sorridere e mettersi a disposizione del prossimo. Chi l’ha uccisa quanto trascorrerà in carcere? Pochi anni. Poi uscirà. Noi abbiamo perso per sempre un’amica. Siamo disperati. Ancor più deve disperarsi la società, perché Nadia era nata per fare del bene al prossimo. Non si risparmiava in nulla». Una delle sue amiche racconta di averla recentemente rimproverata di aver trascurato per il lavoro alcune sue passioni personali, tra cui la pratica dello zumba.

Nadia aveva risposto che la sua priorità era migliorare sempre più nel lavoro. La giovane in passato ha collaborato con l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Lascia Gianluca e la sua famiglia, originaria della Sicilia. El Mouckhtar potrebbe rispondere di omicidio volontario. Bisognerà valutare la sua capacità di intendere.