Brescia, chiesa gremita e un mare di lacrime per Manuela Bailo

In centinaia ai funerali della 35enne uccisa dall’amante

La sorella, il fratello e la mamma di Manuela (Fotolive)

La sorella, il fratello e la mamma di Manuela (Fotolive)

Nave (Brescia), 28 agosto 2018 - In piedi, la mano sulla bara, accanto alla foto che ritrae Manuela che sorride. L’immagine di Arianna che per tutto il tempo del funerale, “abbraccia” sua sorella, racconta più di mille parole la tragedia di una famiglia, attorno a cui si è stretta un’intera comunità. Centinaia le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Manuela Bailo, la 35enne di Nave, impiegata della Uil, brutalmente uccisa dall’ex amante Fabrizio Pasini.

Da Nave era sparita il 28 luglio; il suo corpo è stato ritrovato quasi un mese dopo, quando Pasini ha confessato l’omicidio, seppure molte circostanze restano ancora da chiarire. Ieri, Manuela è tornata a Nave, nella parrocchia di Santa Maria Immacolata, che, nonostante la sua imponenza, non è riuscita a contenere i presenti. Inconsolabile la mamma Patrizia, il papà Elvio, i fratelli Arianna e Marco, le amiche di sempre; con loro, anche l’ex, Matteo Sandri, con cui Manuela condivideva l’appartamento. Tutto il paese si è fermato, per renderle omaggio: sulle saracinesche chiuse per il lutto cittadino, molti hanno messo delle rose bianche. A salutarla c’erano gli amici, i parenti, gente comune, il sindaco di Nave Tiziano Bertoli, ma anche il prefetto Annunziato Vardè, rappresentanti delle forze armate, ed i colleghi di Manuela, sindacalisti della Uil che hanno appuntato al petto un fiocco rosso, e la presidente di Casa delle donne Brescia Piera Stretti. La vicenda di Manuela, infatti, è anche l’ennesimo caso di violenza contro le donne. Lo ha sottolineato il segretario bresciano della Uil Mario Bailo, presente con il segretario nazionale Carmelo Barbagallo: «Da anni siamo impegnati, e anche lei lo era, a combattere la violenza sulle donne. E’ un fenomeno che ha raggiunto livelli barbarici. Rafforzeremo il nostro impegno. Noi abbiamo perso un’amica».

In attesa che la giustizia faccia il suo corso, resta la consolazione della fede. «Oggi preghiamo per te, come abbiamo fatto sin dalla notizia della tua scomparsa», ha detto nell’omelia, il parroco don Ruggero Zani, ricordando come «le braccia di un uomo ti hanno scaricata esanime sulla nuda terra, le braccia di Dio ti hanno sollevato e ti hanno detto di vivere per sempre». Commossi i ricordi di chi conosceva Manuela. «Ci conosciamo da quando avevamo 14 anni – ha raccontato, in una lettera, l’amica Cristina – conosco tutto di te, ogni sguardo, ogni atteggiamento, il tuo orgoglio di sorella maggiore, il tuo non volerti mai mostrare fragile. L’ultima volta che ci siamo viste mi hai pulito le scarpe. Dovevamo vederci per una chiacchierata: quella conversazione la aspetterò. Stacci vicino, non lasciarci mai sole». «Cerca di trovare la pace e la serenità che meriti e che qui non hai avuto il tempo di trovare – il saluto di una cugina di Manuela - e falle trovare anche a noi».