Liceo Arnaldo di Brescia, docenti contro la preside: "Inaccettabile clima intimidatorio"

Dopo il caso del bidello Gerardo, in 57 su 70 hanno denunciato azioni antisindacali, affermazioni false e autoritarie da parte della preside

La manifestazione degli studenti del 14 ottobre nel liceo Arnaldo di Brescia

La manifestazione degli studenti del 14 ottobre nel liceo Arnaldo di Brescia

Un “inaccettabile clima intimidatorio”: così 57 tra docenti e personale Ata hanno definito il contesto che si è venuto a creare all'interno del liceo classico Arnaldo di Brescia. Ad instaurare questo clima la dirigente Tecla Fogliata, protagonista della vicenda, ancora tutta da chiarire, che ha coinvolto il collaboratore scolastico Gerardo Petruzzelli, che sarebbe stato obbligato (versione smentita dalla preside) a pulire il vetro della sua auto parcheggiata nel cortile del liceo cittadino.

Venerdì 14 ottobre gli studenti avevano manifestato la loro solidarietà al collaboratore, che denuncerà la preside per mobbing e per diffamazione. Da quella manifestazione, però, il clima si è ulteriormente surriscaldato, anche per effetto della presa di posizione della dirigente che ha denunciato di voler a sua volta denunciare quanti hanno strumentalizzato la vicenda per scopi che in realtà hanno a che vedere più che altro con scelte gestionali.

Secondo la dirigente sarebbero stati quattro, massimo cinque i prof “ribelli”, ma il comunicato sindacale arrivato dopo l'assemblea del personale di venerdì 21 ottobre (presenti 58 su 70 docenti e non), evidenzia come il dissenso sia molto più ampio e vada oltre il caso Gerardo.

Secondo il personale docente (e non) che ha firmato la nota delle Rsu di istituto, la dirigente avrebbe avuto “comportamenti e azioni che hanno leso la dignità di coloro che, con passione ed impegno, lavorano all’interno del nostro Istituto. Tali comportamenti disattendono il principio regolatore dei rapporti interpersonali posto come condizione imprescindibile per il corretto svolgimento della vita della comunità scolastica”.

I firmatari denunciano “azioni platealmente antisindacali”, “affermazioni false e lesive, diffuse anche a mezzo stampa, dell’onorabilità professionale e umana di tutto il personale scolastico, che non corrispondono in alcun modo alla realtà e alla storia del nostro Liceo”, “azioni autoritarie della D.S. che di fatto minacciano la costruzione della scuola” intesa come “comunità educante di dialogo, ricerca, esperienza sociale informata a valori democratici e finalizzata alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. Tutti i profili operanti nella scuola vengono espressamente indicati come soggetti della comunità educante con pari dignità. Centro dell’azione della comunità educante è la progettazione educativa e didattica elaborata dal collegio dei docenti”, secondo l'articolo 24 del Ccnl.

Per questo, si ravvisano “gli estremi per chiedere alle autorità competenti un intervento che riporti, per il bene di tutti, alunni in primis, dialogo, serenità e democrazia”. Al riguardo, potrà essere utile la relazione che l'ispettore inviato dall'Ufficio scolastico regionale dovrà redigere al termine della sua attività.

Intanto, sabato mattina si è tenuta l'assemblea convocata dalla stessa dirigente con gli studenti, per parlare di gogna mediatica e diffusione di video girati all'interno della scuola, ma le domande dei ragazzi si sono inevitabilmente concentrate anche su quanto sta accadendo nel liceo, ormai finito nell’occhio del ciclone e sulle tensioni col corpo docente, ma l'incontro non sembra aver chiarito granché.

All'uscita della scuola, gli studenti non hanno voluto rilasciare commenti né dichiarazioni, ma nel corso dell'assemblea, che si è tenuta nel cortile dell'istituto di corso Magenta, si sono sentite chiaramente manifestazioni di disapprovazione rispetto alle parole della preside.