Brescia, minacce di morte al consigliere che ha riscritto la legge sulla caccia

È caccia al politico sul web

Floriano Massardi in Consiglio regionale

Floriano Massardi in Consiglio regionale

Vallio Terme (Brescia), 5 dicembre 2018 - Con i suoi emendamenti ha contribuito a scrivere la legge regionale che regola la caccia nelle dodici province lombarde. Inserendo anche la possibilità che già a 17 anni si possano seguire i corsi e sostenere l’esame per la licenza venatoria. Ma mai, il consigliere regionale leghista Floriano Massardi, si sarebbe aspettato di finire nel mirino dei “leoni da tastiera”.

Che sul web lo hanno ricoperto di insulti e minacce: «Nella mia pagina qualcuno chiede di aprire la caccia alla mia persona», denuncia. Convinto, comunque, che siano «pochi coloro che credono davvero in queste asserzioni scritte sulle pagine internet di diverse associazioni animaliste, di privati cittadini oltre che sulla mia. Rispetto profondamente tutti e il parere di tutti. Non entro nel merito di quanto mi è stato scritto su messenger, che comunque è pesantissimo e mi ha lasciato esterrefatto». Anche perché «sono state scritte molte inesattezze – chiarisce il consigliere bresciano –. I diciassettenni che prenderanno la licenza venatoria, comunque potranno imbracciare il fucile ed andare a caccia solo una volta ricevuto il porto d’armi. E questo accadrà dopo il compimento della maggiore età. Nessuno ha mai detto che i minorenni potranno esercitare la pratica venatoria prima dei 18 anni. Di certo nessuno sarà mandato a sparare tra i boschi e sulle montagne prima del tempo». E ancora: «Nella pianura lombarda si caccia la volpe fino al 31 gennaio. Nei comprensori alpini fino al 31 dicembre. Abbiamo semplicemente equiparato le zone». È amareggiato: «Io ho semplificato una legge che norma una attività legale – puntualizza –. Ne ho lette davvero di tutti i colori». Anche la sua collega in Consiglio regionale, Barbara Mazzali, che sulla sua pagina Facebook si era detta orgogliosa della sua famiglia venatoria. L’hanno riempita di insulti, augurato di «vivere le sofferenze che tutte le sue leggi infliggeranno ai poveri animali» e di «venire impallinata in modo doloroso da uno dei suoi amici cacciatori».

E sul web si rincorrono altri commenti poco urbani nei confronti dei politici. Gli autori sconosciuti «attendono il primo incidente», invitano i leghisti a «spararsi tra le mutande». Tra i tanti ci sono anche bresciani che suggeriscono di «lasciarli fare, tanto si ammazzano tra di loro… feccia in meno» o che giudicano i cacciatori «schifosi uomini di m...», sperando che «si massacrino tra di loro». Altri suggeriscono «sparate a questi deficenti «oppure di «sparare alla loro mamma».