La resa dell’airone a pesca nel Mella asciutto

Brescia, il volatile è stato costretto ad arrendersi e a cercare maggiore fortuna altrove. Nel torrente c’è solo un filo d’acqua

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Un airone sfida la siccità e prova coraggiosamente a cercare qualche preda nei pochi centimetri d’acqua che ancora scorrono nel letto del fiume. Dopo qualche minuto, a becco asciutto, lascia il tratto di Mella sotto il ponte di via Milano e si dirige a monte, dove il fiume è un po’ più generoso, grazie ai rilasci della centralina idroelettrica di Urago Mella. Chi conosce il Mella da sempre, giura che una situazione così non l’ha mai vista.

"Da bambino venivo sempre a giocare qui nel fiume – ricorda Pierangelo Orizio – non posso dire che non ci siano stati altri episodi di secca, soprattutto negli ultimi anni, ma al massimo era qualche giorno ad agosto". Dagli archivi, ad esempio, emergono fotografie del 2017 del corso d’acqua prosciugato, ma risalgono a luglio inoltrato. Quest’anno, invece, già da qualche settimana l’acqua è ridotta al minimo e nel letto del Mella ci si può anche camminare, con buona pace del deflusso minimo vitale e dell’agricoltura. Il fiume, infatti, contribuisce all’irrigazione nella bassa bresciana, nei 72 Comuni che fanno riferimento al consorzio di bonifica Oglio-Mella che, giovedì, ha deciso di effettuare le derivazioni irrigue con competenza al 50% delle concessioni. Con la secca, emergono anche i rifiuti, per lo meno quelli visibili, che, dalla Val Trompia in giù finiscono nel fiume.

Rispetto ad annate precedenti, va detto che la pulizia fatta nei mesi scorsi da Aipo ha lasciato gli argini tutto sommato puliti, ma sul fondo, tra i sassi, non è difficile imbattersi in vetri e bottiglie. Lungo gli argini, plastica, bottiglie, cartacce sono distribuite tra la vegetazione, trasportate dall’acqua (quando c’era) o abbandonate più recentemente dai frequentatori del fiume. Da ieri, anche a Brescia, come in altri 40 Comuni della provincia, e capoluoghi lombardi come Milano e Bergamo, è in vigore l’ordinanza sindacale anti-spreco. L’acquedotto bresciano pesca dalla falda e per ora non si corre il rischio di razionamento, ma nessuno può star tranquillo, finché non piove. E il fiume, con il suo scorrere lento, è un monito molto chiaro.

Federica Pacella