Stop all’inquinamento luminoso in Lombardia, i Comuni: "Lampioni da cambiare"

Un primo passo nella direzione richiesta è quello del bando "Illumina 2022" per riqualificare i sistemi di pubblica illuminazione

Strada illuminata dai lampioni

Strada illuminata dai lampioni

Brescia -  Oltre 200 domande, pervenute da altrettanti piccoli comuni lombardi fino a 5.000 abitanti, per una richiesta complessiva di oltre 95,7 milioni di euro, di cui per ora 15 milioni sono stati messi a disposizione dalla Regione. Un primo passo, quello del bando ‘Illumina’ 2022, che è però solo una goccia nel mare per riqualificare i sistemi di pubblica illuminazione abbattendo l’inquinamento luminoso. Troppo a lungo rimasto relegato a problema di osservazione degli astri, in realtà, la scomparsa del cielo notturno non è solo un problema culturale e scientifico, ma anche di danni all’ambiente (flora e fauna ne risentono) ed alla salute umana, ormai acclarati da studi internazionali.

Secondo l’Atlante ricostruito da Fabio Falchi, presidente dell’associazione CieloBuio ed autore di due atlanti mondiali del 2001 e 2016 in cui ha indicato l’inquinamento del cielo per ogni km2, la situazione in Lombardia è particolarmente grave. Le province lombarde si collocano, infatti, tra le peggiori tra le 1359 europee analizzate: Milano è al 1337esimo posto per inquinamento luminoso, Monza Brianza al 1341esimo, Brescia al 1115esimo. Grazie anche all’azione di una rete di associazioni internazionale accreditate tra le più esperte nel settore (tra cui proprio CieloBuio) esattamente un anno fa il Parlamento europeo ha adottato la Strategia sulla Biodiversità che riconosce che l’inquinamento luminoso modifica i livelli naturali di luce notturna per l’uomo, gli animali e le piante, con conseguenze negative sulla biodiversità. Da qui la richiesta alla Commissione di fissare un ambizioso obiettivo di riduzione dell’uso di illuminazione artificiale esterna per il 2030. Va detto che, a livello normativo, in Italia non siamo all’anno zero.

La Lombardia (con il Lazio) è stata anzi una delle prime a dotarsi, già nel 2000, di una legge regionale che ha imposto la schermatura totale, indicando che gli impianti di illuminazione devono indirizzare la luce solo verso il basso (con qualche eccezione, come monumenti ed edifici storici). Se sulla schermatura ci sono stati dei progressi, tuttavia, su altri aspetti non sempre le regole vengono rispettate. CieloBuio, ad esempio, sottolinea come la quantità di luce messa in strada sia superiore alle reali necessità e questo fa sì che la luce pro-capite prodotta da un italiano sia tre volte superiore a quella di un tedesco. Si potrebbe ridurre l’inquinamento luminoso semplicemente adottando i livelli della Germania o spegnendo le luci per metà delle ore notturne, come migliaia di comuni francesi, evitando così anche sprechi e costi inutili. Sui privati, poi, mancano i controlli, anche quando ci sono segnalazioni di luci intrusive: è molto raro, infatti, che i Comuni intervengono in modo forte per contrastare le violazioni. La normativa, inoltre, ormai diffusa in tutte le Regioni, prescrive come fare gli impianti, ma non c’è un limite numerico ai nuovi impianti e questo favorisce l’accumulo di fonti luminose.