Fase 2: Sirmione pensa ai turisti, Desenzano resta cauto

Ecco come i due principali centri del Benaco stanno affrontando. "Gli operatori chiedono una decontibuzione del costo del lavoro"

Guido Malinverno, primo cittadino di Desenzano del Garda (Fotolive)

Guido Malinverno, primo cittadino di Desenzano del Garda (Fotolive)

Lago di Garda, 6 maggio 2020 - Parchi ancora chiusi a Desenzano; uno studio per regolare i flussi turistici a Sirmione. La Fase 2 nei principali centri del basso Garda si caratterizza per un’attenzione al presente ma anche per una certa programmazione in vista di un futuro che tutti si augurano il più prossimo possibile. A Sirmione, la località turistica più frequentata del Bresciano e tra le più gettonate della Lombardia, l’amministrazione comunale sta lavorando in collaborazione con il consorzio degli albergatori e gli altri soggetti del comparto turistico con un obiettivo ben preciso. "Quando ci sarà il via libera da parte del Governo – spiega Mauro Carrozza, vicesindaco con delega al turismo – vogliamo garantire ai turisti un soggiorno in sicurezza. Per questo abbiamo commissionato uno studio che ci servirà per capire quali accorgimenti dobbiamo prendere per far arrivare nel centro storico un numero di turisti compatibili con le capacità ricettive. Non stiamo parlando di ingressi contingentati e nemmeno di tornelli – sottolinea Carrozza – ma di una regolazione dei flussi".

Idee chiare anche sulle forme di sostegno. "Gli operatori – riprende il vicesindaco di Sirmione – più che contributi chiedono una decontribuzione del costo del lavoro perché sussiste la volontà da parte di tutti di non ricorrere ai licenziamenti e la consapevolezza che i contributi in conto capitale sono un’arma a doppio taglio, visto che comunque prevendono un indebitamento ulteriore da parte di chi lo usa".

Anche a Desenzano, altro riferimento turistico del Garda, il sindaco Guido Malinverno e la sua giunta stanno lavorando in vista del futuro ma sono stati necessari particolari accorgimenti per gestire il presente. "Il decreto è molto interpretabile – dice subito Malinverno – e i cittadini chiedono risposte al comune, quando invece il sindaco ha poteri di intervenire solo sui mercati scoperti e sui parchi. In quest’ultimo caso noi abbiamo preferito lasciarli chiusi. Il motivo? Troppo personale per il controllo e poi vorrei capire che senso ha aprire i parchi e rendere inaccessibili i giochi per i bambini".

A Desenzano però è aperto il lungo lago. "Più gestibile – sottolinea Malinverno – e con meno rischi di assembramenti. Ho solamente vietato il prolungato uso delle panchine, oltre, ovviamente, alla troppa vicinanza. E’ chiaro che poi ci vuole collaborazione da parte dei cittadini e in futuro anche da parte dei turisti". La zona del basso Garda ha aperta anche la questione del confine con il Veneto ma per ora non sono sorti particolari problemi anche se il primo vero banco di prova sarà il prossimo fine settimana, il primo della Fase 2.