Garda, sindrome depuratore. Lotta fratricida sugli scarichi

Bocciata l’ipotesi di piazzarlo a Gavardo, adesso si punta su Esenta di Lonato. Scontro aperto fra chi teme che tutto finisca nei canali e chi difende il Chiese

Una protesta contro il depuratore del Garda

Una protesta contro il depuratore del Garda

Lonato sul Garda (Brescia) - Per tutti è necessario, ma nessuno lo vuole sul suo territorio, neanche chi ne beneficerebbe direttamente. Non si placano le proteste sul depuratore del Garda: ieri c’è stata la prima ‘uscita’ del neonato Comitato di tutela ambiente Lonato che ha manifestato nella piazza di Esenta, dove dovrebbe essere realizzato il depuratore della discordia, con scarico nel Chiese. In campo, anche il Tavolo del Chiese che aveva anche avversato l’ipotesi precedente di Gavardo-Montichiari. Martedì, il consiglio comunale di Lonato sarà aperto alla popolazione per discutere del tema: un’ennesima iniziativa del Comune, dopo che il sindaco Roberto Tardani aveva chiesto al ministro della Transizione Ecologica di istituire un commissario ad acta, insieme al ministro Maria Stella Gelmini (presidente della Comunità del Garda) e ad alcuni sindaci delle province di Mantova, Trento, Verona. Subito era insorta la Provincia di Brescia. 

Un tutti contro tutti in cui si rischia di perdere di vista il punto di partenza, ovvero la necessità di dismettere la condotta che passa sotto il lago, ammalorata, e che porta i reflui della sponda bresciana del Garda nel depuratore di Peschiera, mettendo a rischio il bacino d’acqua dolce più grande d’Italia. Per questo il ministero dell’Ambiente ha stanziato 100 milioni di euro: Verona è già a buon punto col progetto, mentre Brescia deve ancora decidere dove fare l’impianto. Dopo la prima ipotesi di due impianti a Gavardo e Montichiari (lontano dal Benaco), di fronte alla guerra fratricida che si stava innescando tra Chiese e Garda, la Provincia di Brescia, a novembre 2020, ha stabilito che ogni depuratore deve restare nel territorio di riferimento, a meno che non ci siano soluzioni nettamente migliori. Situazione in cui rientrerebbe il progetto di Esenta. Il Garda, tuttavia, contesta che non sia la soluzione tecnicamente migliore. Quanto allo scarico, la proposta del comitato Gaia di Gavardo di usare i canali artificiali invece che il Chiese (idea che il gestore Acque Bresciane sta in effetti valutando) ha fatto insorgere i Comuni Mantovani (che siedono nella Comunità del Garda) che temono che così i reflui arrivino nel loro territorio (ma da Peschiera, già oggi arrivano nel Mincio). Per ora, Esenta resta comunque l’ipotesi più papabile, anche se il Ministero ha chiesto di ridurre i tempi di realizzazione (8 contro i 5 di Gavardo-Montichiari). Entro un mese dovrebbe arrivare il via libera dell’Ufficio d’ambito, ma il rischio è che qualunque scelta sia affossata dalla guerra dei ricorsi, già minacciati dal Tavolo del Chiese, secondo cui la soluzione migliore sarebbe ampliare l’attuale depuratore di Peschiera.