Culle vuote, cancellate 259 classi In un anno persi 5.700 studenti

Il calo demografico che da anni investe la Lombardia si abbatte anche sulle iscrizioni a scuola. Il provveditorato: "Nei piccoli centri delle zone piu spopolate i bambini saranno trasferiti"

di Federica Pacella

Dalle culle vuote ai banchi senza alunni: l’onda del calo demografico investe le scuole, in modo più evidente che in passato. Lo sanno bene gli uffici scolastici provinciali e i dirigenti, alle prese con la riorganizzazione delle classi, visto che, dove non ci sono i numeri sufficienti bisogna pensare a spostamenti che, talvolta, significano anche la chiusura degli istituti più piccoli.

"Il calo, soprattutto nella primaria – spiega il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Augusta Celada – porta al sottodimensionamento di alcune classi, soprattutto nei plessi più piccoli e nei comuni meno popolosi. Nelle zone soggette a spopolamento, bisogna quindi aspettarsi che ci sia il trasferimento dei bambini con mezzi nei centri in cui possano avere uno scambio costruttivo con i coetanei, perché si cerca di mantenere la dimensione classe. Lo stesso Ministero dice che la scuola deve avere una certa massa critica. Nessuno elogia le classi numerose, ma non va bene neanche una scuola che si riduca all’ambito famigliare". A livello regionale, gli iscritti per l’anno 2022-23 sono 72.108 alla primaria, 82.025 nella secondaria di primo grado, 78.609 nella secondaria di secondo grado, con una variazione del -4,1% alle elementari, de -3,2% alle medie e dello 0,2% alle superiori, rispetto al 2021-2022. Se consideriamo una classe media da 22 alunni, non si potranno formare circa 270 classi rispetto all’anno scorso. I dati fanno riferimento alle iscrizioni raccolte a febbraio, per cui a settembre potrebbero esserci delle variazioni, ma quello che emerge è una netta accelerazione del calo di iscritti: basti pensare che la primaria negli scorsi anni aveva visto riduzioni attorno all’1%.

"Ci sono differenze territoriali – commenta Celada – le riduzioni più importanti le vediamo soprattutto nella bassa pianura padana, nelle zone agricole, dove per ragioni varie, tra cui quella lavorativa, c’è una riduzione più consistente dei nuclei famigliari. Al contrario nella zone montuose il calo è meno significativo". A Brescia, ad esempio, l’intera popolazione scolastica passa dai 151.797 studenti del 2021-22 ai 149.398 del 2022-2023, -1,5% in media dall’infanzia alle superiori, con un picco del -2,2% alla primaria. Stesso andamento si vede in provincia di Varese (-3,5% alla primaria, -1% alle medie, -4% nelle scuole dell’infanzia). Nella Bergamasca, la riduzione più consistente si vede, invece, alle medie, con -5,8%, rispetto al -4% della primaria. Nel Lodigiano, il calo è al contrario più contenuto della media, sotto il -1,5% sia alla primaria che alle medie. Non si registrano, invece, variazioni sostanziali tra 2021-22 e 2022-23 a Sondrio: alle primarie, gli iscritti sono 1433, solo 3 in meno dell’anno precedente.