Strage nel Bresciano, è caccia ai complici del killer

Cosimo Balsamo aveva un piano preciso per eliminare chi riteneva colpevole. Indagini sui rapporti col gambizzato

La villa di Cosimo Balsamo a Roncadelle

La villa di Cosimo Balsamo a Roncadelle

Roncadelle (Brescia), 6 aprile 2018 - Da dove arrivano le due pistole, il fucile a pompa e le munizioni con cui mercoledì Cosimo Balsamo ha ammazzato Elio Pellizzari, 78 anni e James Nolli, 61 anni e poi si è ucciso? Chi ha aiutato il 62enne, ritenuto capo della famigerata «banda dei tir», a mettere in atto il piano di eliminazione dei presunti «traditori», colpevoli di denunce ai suoi danni o di esser sfuggiti alle confische di beni che invece a lui erano toccate?

Indagano su questo i carabinieri e il pm Erica Battaglia. Agli atti c’è anche una frase che quell’uomo, ossessionato dalla perdita del patrimonio plurimilionario, per riavere il quale ha fatto anche ricorso alla Corte di Strasburgo, ha detto a moglie e figlie prima di uscire: «Se succede qualcosa, seppellitemi in Puglia». Un’esternazione sinistra, tanto più che Balsamo aveva lasciato nella sua villa holliwoodiana di Roncadelle (confiscata insieme con una decina di immobili, conti, quote della Immobiliare Puglia) il telefono. Ora sotto la lente per individuare eventuali complicità. Il 4 aprile alle 10 Balsamo, senza patente per via delle vicissitudini giudiziarie, esce in bici. In spalla, un borsone con le vecchie armi dalla matricola abrasa, in vita una cintura da pistolero. Pedala fino a casa di un conoscente che lo porta in auto a Flero, dove c’è il primo obiettivo. «Non sapevo avesse queste intenzioni», si giustifica l’uomo. Balsamo fa irruzione nella Sga veicoli industriali. Obbliga Giampietro Alberti, uno dei titolari, coinvolto nel processo alla «banda dei tir», a chiamare al telefono Pellizzari, imprenditore in pensione di una vicina azienda di rottami, la PG Metalli. Che arriva e muore per una fucilata alla testa. Il killer gambizza anche Alberti e gli ruba la BMW X5.

«È stato un agguato per rancori di 20 anni fa», chiarisce Andrea Vincenti, riferendosi al nonno Elio. Sposato e padre di due figli, Pellizzari non c’entra con l’indagine sulla «banda dei tir», ma aveva avuto qualche grana con la giustizia. Balsamo lo accusava di averlo denunciato: «Mi hai rovinato», gli ha urlato. I rapporti tra i due sono oggetto di approfondimenti. Alle 12.40 a Carpeneda di Vobarno il killer ammazza anche Nolli, coimputato ai processi ma sfuggito alle confische. Prende il suo pick up Mitsubishi e fugge. Braccato, alle 15.30 Balsamo si spara in un posteggio davanti a un supermercato ad Azzano Mella.