Brescia, carte tarocche per incassare il reddito di cittadinanza

In cella due fidanzati. Il raggiro con la complicità. di una dipendente delle Poste

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I furbetti del reddito di cittadinanza scoprono nuovi, mirabolanti trucchi. Non c’è solo chi percepisce il sussidio statale pur non avendo i requisiti, ma anche chi lo incassa per conto di altri, e questi altri sono del tutto ignari. Così operavano secondo le procure di Brescia e Milano due fidanzati romeni, Dana Laura Costantin e Costel Ghinea, di 26 e 27 anni, cremonesi di casa in provincia di Monza-Brianza e ora in cella a Monza. La coppia tra il luglio 2020 e il gennaio 2021 pare abbia incassato 19.030 euro utilizzando 16 carte di reddito di cittadinanza emesse dalle Poste a nome di terzi. Carte tarocche ottenute con documenti tarocchi, dicono gli inquirenti, grazie alla complicità di una dipendente dell’ufficio postale di Cesano Boscone, Floriana Augeri, 48 anni (ai domiciliari).

Il trio è finito in manette nelle scorse ore in esecuzione di un’ordinanza del gip di Milano, Tommaso Perna. Corruzione, falso, truffa aggravata, indebita percezione di reddito di cittadinanza, i reati contestati a vario titolo. L’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia di Brescia, è una costola di una precedente inchiesta a carico della coppia, finita nei guai nell’autunno 2020 per il presunto reclutamento di giovani stranieri, anche minorenni, costretti a lavorare senza soluzione di continuità e senza retribuzione, con botte e minacce, in un terreno agricolo occupato abusivamente a Usmate Velate. I lavoratori venivano impiegati in attività di recupero per la vendita di pallet. Spulciando nei telefonini dei due giovani, i militari hanno scoperto che beneficiavano di reddito di cittadinanza, sussidi intestati a connazionali ignari, e privi di requisiti. Stando all’accusa, il beneficio veniva riscosso dalla coppia grazie alla complicità dell’addetta alle Poste ‘comprata’ con vestiti, profumi, dolciumi, regali per lei e il figlio, e cento euro a carta rilasciata. Lei ricambiava grata, chiudendo un occhio sulla documentazione falsa ricevuta attestante soggiorni permanenti del richiedenti. B.Ras.