Agenti esasperati: "Si lavora senza sicurezza"

Il presidio davanti alla casa circondariale Nerio Fischione, organizzato dai sindacati dopo i disordini nel giorno di San Valentino

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di Federica Pacella

Strutture adeguate per i detenuti con problemi psichiatrici, più sicurezza e più attenzione per la polizia penitenziaria. Sono alcune delle richieste emerse dal presidio che si è tenuto ieri mattina davanti alla casa circondariale Nerio Fischione, organizzato dai sindacati Sappe, Osapp, Uspp, Cgil, Cisl, Uil e Cnpp, che insieme rappresentano oltre il 90% della polizia penitenziaria. La scelta del Nerio Fischione non è stata casuale: qui, il giorno di San Valentino, si sono registrati disordini tra i detenuti, con incendi di materassi.

"Nei giorni scorsi una decina di detenuti è stata trasferita, grazie alla pressione della direzione e sindacale – ha ricordato Calogero Lo Presti, coordinatore regionale Fp Cgil Lombardia Polizia penitenziaria – e probabilmente ci saranno anche altri trasferimenti. I detenuti psichiatrici non possono stare in carcere, servono strutture adeguate, perché sono persone che creano disordini e devono essere curate. C’è la questione del sovraffollamento, con presenze al 200% della capienza regolamentare, ma anche la sicurezza per la polizia penitenziaria, che spesso deve intervenire a mani nude per preservare l’incolumità".

A Brescia la questione del nuovo carcere è sempre in agenda, ma non è mai stata risolta. "Erano stati previsti 50 milioni nel bilancio dello Stato – sottolinea Lo Presti – chiediamo che sia adeguata la struttura o che vengano stanziati per una nuova".

Più rapido dovrebbe essere l’intervento sui detenuti con problemi psichiatrici, che dopo la chiusura degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari) sono destinati alle Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, solo una per ora è presente in Lombardia). "Le persone con problemi psichiatrici rappresentano il 10% della popolazione detenuta, ma in Lombardia innescano il 70% degli eventi critici auto o etero aggressivi e di violenza verso il personale – commenta Gian Luigi Madonia, segretario regionale Uspp Lombardia –: basterebbe che la politica, il governo e il ministero della Giustizia in particolare assumessero delle iniziative a tutela della polizia penitenziaria e legiferassero per istituire strutture idonee al contenimento e alla cura dei soggetti psichiatrici. La chiusura degli Opg è stato un fallimento, le attuali Rems sono sottoutilizzate, non possono rispondere alle esigenze sanitarie di questi soggetti e quindi tutte le esigenze sanitarie sono surrogate dalla polizia penitenziaria in generale che funge da psichiatra, infermiere, psicologo. In una condizione di criticità così evidente, anche l’Amministrazione ha delle responsabilità, perché non fa nulla per attenuare il clima di lavoro. A Brescia ad esempio erano 6 o 7 mesi che la Direzione non convocava le organizzazioni sindacali. Il personale è allo stremo, ma non solo a Brescia, e il problema sembra non tangere alcuna sensibilità, politica e morale".

Per Rino Raguso, segreteria nazionale Osapp, "per troppo tempo si è lasciato il carcere di Brescia nel dimenticatoio, nonostante sia la seconda struttura giudiziaria più importante per competenza territoriale dopo Milano. In una struttura così vetusta, dover parlare di educazione e trattamento è una mera chimera. Una città importante come Brescia non può vedere un istituto penitenziario affondare in questo caos, aggravato dalla mancanza di dialogo della direzione con le organizzazioni sindacali. La nostra manifestazione è un segnale di richiesta di ripristino delle relazioni sindacali, di miglioramento delle condizioni di lavoro e una manifestazione di civiltà, perché un Paese come l’Italia non può tollerare che dei servitori dello Stato lavorino in queste condizioni".