Fame, la nemica globale: a Bergamo la lotta per il diritto al cibo

Dopo il summit del Cesvi con il ministro Martina, inizia ufficialmente il G7 dell'Agricoltura

Un momento dell'incontro con Martina

Un momento dell'incontro con Martina

Bergamo, 14 ottobre 2017 - È stato il diritto al cibo il protagonista della vigilia del G7 dell’agricoltura che si aprirà oggi a Bergamo. Un diritto negato ancora a troppe persone, così come emerge dall’Indice globale della fame 2017, il rapporto internazionale arrivato alla 12ª edizione, curato in Italia dalla onlus bergamasca Cesvi e presentato nella Sala del Teatro Donizetti, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, il sindaco Giorgio Gori e il commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan.

Con un punteggio medio di 21.8, che nella scala da 0 a 100 è definito come "grave", l’indice del 2017 è del 27% più basso rispetto a quello del 2000 (29.9).Ma nonostante una diminuzione della fame e della denutrizione rilevata nel lungo periodo, in 52 Paesi del mondo i livelli di fame e di insicurezza alimentare restano allarmanti. Secondo il rapporto infatti, ci sono ancora milioni di persone che si trovano in una situazione di fame cronica e in molte zone si registrano gravi crisi alimentari. Secondo il rapporto, sono le profonde e persistenti disuguaglianze a rappresentare il principale ostacolo alla lotta alla fame e alla denutrizione nel mondo e al raggiungimento quindi dell’obiettivo “Fame Zero”, fissato dalle Nazioni Unite per il 2030.

L’analisi su base regionale contenuta nel rapporto evidenzia che a soffrire maggiormente la fame sono le popolazioni di Asia meridionale e Africa subsahariana. Resta drammatica la situazione della Repubblica Centrafricana, unico Paese con un livello di fame (50.9) classificato come estremamente allarmante e che non ha evidenziato finora alcun progresso. L’Indice mette poi in evidenza quanto siano donne e bambini le prime vittime delle crisi alimentari: rappresentano infatti il 60% degli affamati nel mondo.

Il ministro Martina ha spiegato che "815 milioni di persone non hanno accesso al cibo. Abbiamo tutti la responsabilità di trovare soluzioni per raggiungere l’obiettivo di portare questo numero a zero entro il 2030. Per affrontare questa sfida c’è bisogno del contributo di ognuno, dalle istituzioni alle imprese alla società civile. Con Expo Milano 2015 e la Carta di Milano sua eredità, abbiamo intrapreso un percorso intenso di ascolto e definizione di politiche concrete per la lotta contro lo spreco alimentare e il recupero delle eccedenze a favore degli indigenti. Una parte fondamentale di questo percorso è la promozione di un’agricoltura sostenibile, che valorizzi i piccoli produttori".