Elly Schlein, Giorgio Gori: "Vedo potenzialità ma anche rischi, andare oltre lo slogan"

La deputata di origini svizzere è la nuova segretaria del Pd. ll sindaco di Bergamo aveva minacciato l'addio se avesse vinto la giovane candidata: "Se affronterà con pragmatismo molti temi, sarà certamente il mio partito"

Bergamo, 27 febbraio 2023 - "Ha vinto Elly Schlein perché ha saputo coinvolgere tanti giovani, uomini e donne", ha detto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, in collegamento con Alessandra Sardoni a Omnibus su La7, commentando il trionfo della deputata di origine svizzera sul favorito Stefano Bonaccini in corsa per la segreteria del Pd.  

Ieri, infatti, non solo è stato ribaltato il voto degli iscritti per la prima volta nella storia delle Primarie, ma gli elettori ai gazebo hanno incoronato una candidata che la tessera del Pd l’ha presa solo all’ultimo momento. Sì, perché sbaragliando i pronostici, Elly Schlein ha vinto con il 53,8% dei consensi, secondo i dati parziali diffusi dal partito, quando era stato scrutinato l’80% dei voti, ma già perentori. Il primo a riconoscere il successo, infatti, è stato il rivale, Stefano Bonaccini, che si è fermato al 46,2% dei consensi. 

Gori ha aggiunto: "C'è stata una mobilitazione di nuovi soggetti e questo si è visto anche ieri ai seggi. Ieri chiamavo alcuni amici ai gazebo e mi dicevano: Giorgio, è venuta a votare gente che non avevamo mai visto da queste parti". Quelli che hanno sostenuto il governatore dell'Emilia Romagna, invece, non avrebbero avuto lo stesso merito: "Noi, che abbiamo sostenuto con convinzione Stefano Bonaccini, abbiamo avuto una minore capacità di mobilitazione",  ha sottolineato il primo cittadino dem.  Il problema - ha proseguito Gori - è che "ora si trova di fronte ad un partito con diverse fratture territoriali, ci sono state forti differenze tra Nord e Sud, generazionali e di culture politiche che sarà importante riuscire a tenere insieme".  

E ancora: "E' da capire cosa sarà di questo Pd. Schlein ha saputo mobilitare ed entusiasmare, ma è importante che guadagni la capacità di essere competitiva. Dovrà dialogare con altri mondi e andare oltre la testimonianza e lo slogan. Adesso dipende da lei, se affronterà con pragmatismo molti temi, come ad esempio quello del lavoro e della creazione di lavoro, se sarà così sarà certamente il mio partito. Io le faccio molti auguri, vedo anche gli aspetti delle potenzialità di quello che è riuscita a fare. Certamente però ci sono anche dei rischi". Infine, Gori ha voluto portare alcuni esempi: "Pensavo a due precedenti positivi di Prmarie: il primo riguarda Niky Vendola in Puglia, premessa di una stagione di governo felice, il secondo è la rivoluzione arancione di Giuliano Pisapia a Milano". "E quindi - ha aggiunto -  chissà se Schlein sarà Alexandra Ocasio Cortez, ovvero solo carismatica, Jeremy Corbym, senza un grande successo, o come Giuliano Pisapia, ovvero il nuovo vittorioso inaspettato a Milano".

Ma se oggi Gori prova a darsi tempo, solo lo scorso dicembre, aveva minacciato l’addio se Schlein fosse diventata la nuova leader del Pd. Il sindaco di Bergamo, in un’intervista all’Huffington Post, spiegava così la scelta di appoggiare Stefano Bonaccini: “Ma quale eccesso di liberismo, serve il mercato ben temperato di Prodi e un nuovo laburismo”. E ancora: "Vivo questo congresso come un'ultima occasione di rilancio per il partito al quale ho convintamente aderito nel 2011. Ho condiviso la sua carta dei valori, al di là delle leadership che si sono alternate. Oggi leggo che qualcuno vorrebbe mandare quella carta al macero, e sospetto che siano gli stessi che vorrebbero Elly Schlein segretaria, per dare vita alla rifondazione". "Se i fondamenti del Pd non verranno stravolti rimarrò in questo partito. Altrimenti prenderò atto del fatto che il Pd è diventato un'altra cosa, e mi riterrò libero di decidere il da farsi", aveva aggiunto Gori. "Io penso che molti si allontanerebbero. La deriva francese tante volte auspicata da Renzi - con un Pd sempre più piccolo e sempre più a sinistra - diventerebbe uno rischio concreto. Vogliamo darla vinta a Renzi? Io neanche per sogno", aveva concluso.