"Morti di Covid, l’Oms dica la verità". Le domande dei pm di Bergamo alla sede di Ginevra

Aggiornamento del piano pandemico e presunte pressioni italiane per fare ritirare il report sfavorevole. La Procura cerca prove e conferme con una rogatoria internazionale

Le bare caricate sui camion militari

Le bare caricate sui camion militari

Bergamo - La procura di Bergamo non gli ha creduto e lo ha iscritto nel registro degli indagati per false dichiarazioni al pubblico ministero. Ma i pm vogliono verificare al massimo livello le parole di Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Una serie di quesiti è stata stilata dal procuratore Antonio Chiappani e dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e inviata al ministero della Giustizia (e per conoscenza a quello degli Esteri) perché li trasmettesse all’Oms, nella sede di Ginevra. Di fatto una rogatoria. Non solo Guerra. Le sue dichiarazioni, il 5 novembre 2020 in procura a Bergamo come sommarie informazioni, s’intrecciano e collidono con quelle di Francesco Zambon, capo dei ricercatori Oms di Venezia, dove venne coordinato il report sulla prima gestione della pandemia in Italia. Il report scomparso. 

E ancora le previsioni di Zambon sui rischi di un incidente diplomatico con il governo italiano, di un danno all’indipendenza e alla trasparenza dell’Oms, degli attacchi della stampa all’immagine. Guerra ha dichiarato che nel periodo, dal 2014 al 2017, in cui fu al ministero della Salute come direttore della Prevenzione il Piano pandemico veniva "rivisto annualmente e confermato in validità". Secondo la ricostruzione dei magistrati bergamaschi nel 2013 l’Oms chiese un aggiornamento che non venne attuato. I magistrati domandano "da chi, quando e con quale strumento sono state inoltrate dall’Italia le comunicazioni" che "il piano di risposta ad una pandemia influenzale (cd. Piano pandemico) è stato pubblicato o rivisto negli anni 2010, 2011, 2012 e 2013". 

Un altro quesito è se l’Italia abbia sempre risposto ai questionari annuali di autovalutazione (dal 2009 al 2020) sulle capacità di fronteggiare un’emergenza sanitaria come la pandemia e come l’Oms abbia valutato le risposte.

Un punto cruciale. Il rapporto sulla gestione della prima fase del Covid rimosso il 14 maggio del 2020 solo ventiquattr’ore dopo essere stato messo online. Guerra ha negato qualunque ruolo. In una mail la rimozione della mail veniva chiesta in termini perentori da Gauden Galea, funzionario Oms in Cina. Il destinatario della mail era Zambon. Due le domande dei procuratori. "Chi in Oms Europa ha dato l’approvazione perché venisse pubblicato online e stampato il report ‘An unprecedented challenge: Italy’s first response to Covid-19’?". "Quale era l’obiettivo che il report avrebbe dovuto perseguire, per quale motivo è stato rimosso dal sito e per quale motivo non è stato più ripubblicato?".

Ancora sul report evaporato. Agli atti del procedimento c’è una mail inviata il 28 maggio 2020 alle 18.08 da Zambon a Tedros Adhanom Ghebreyeus, direttore generale dell’Oms, per chiedergli di incontrarlo con urgenza insieme con Henri Kluge, direttore regionale Oms per l’Europa, "in relazione a gravi episodi che stanno esponendo l’Oms ad un alto rischio su diversi fronti con possibili conseguenze catastrofiche per l’Organizzazione". Uno dei rischi è il "ritiro di un rapporto Oms (approvato a tutti i livelli tra cui Chief Scientist) già distribuito a 15.000 contatti, inclusa la stampa nazionale e internazionale, di fatto danneggiando la credibilità dell’Oms". Gli Stati membri "chiedono insistentemente spiegazioni sul motivo del ritiro". Quindi "rischio di danno catastrofico in termini di indipendenza e trasparenza se una versione ‘censurata’ del rapporto venisse resa disponibile". Il ricercatore paventa "un grave incidente diplomatico con il Ministro della Salute italiano e controparti italiane" e l’"ostacolo al passaggio di informazioni acquisite nel corso della risposta italiana a Covid verso i Paesi che ne hanno necessità, cosa che impedisce che vite vengano salvate e conseguentemente espone l’Organizzazione a responsabilità". Zambon riferisce di avere "ricevuto pressioni" da Guerra e chiede che il direttore vicario non sia presente all’incontro. Come ha risposto l’Oms all’articolata sortita di Zambon, chiedono i pm bergamaschi? L’Italia ha sollevato un incidente diplomatico? Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dichiarato alla procura di Bergamo che "il report è un documento del tutto indifferente per lo Stato italiano".

(2 - Continua)