Bergamo, delitto di via Novelli. Parla la madre dell'assassino: "Distrutti dal dolore"

Ascoltata in aula Maria Deho, mamma del 20enne che ha accoltellato a morte Marwen Tayari di fronte alla moglie e alle figlie

Alessandro Patelli al suo arrivo in aula

Alessandro Patelli al suo arrivo in aula

Bergamo - È seduto accanto al suo avvocato. Testa china, immobile ascolta. Come nelle altre udienze. Alessandro Patelli, 20 anni, giardiniere (ai domiciliari) è accusato di omicidio aggravato nei confronti del tunisino Marwen Tayari, di 34 anni, residente a Terno d’Isola, accoltellato l’8 agosto dello scorso anno, in via Novelli, in centro città, a pochi passi da casa dell’imputato.

Alessandro non muove un muscolo e ascolta. È la volta di sua mamma, Maria Deho, sul banco dei testimoni davanti alla Corte d’assise (presidente Giovanni Petillo). "Eravamo a Trescore perché abbiamo un campo coltivato, l’altro nostro figlio Matteo si era infortunato con la sega e per questo siamo andati al Pronto soccorso dell’ospedale di Seriate - ricorda la mamma dell’imputato - e ho avuto la malsana idea di chiamare Alessandro, saranno state le 11. L’ho chiamato per avvertirlo e per dirgli di avvisare la nonna che saremmo arrivati tardi per il pranzo. Alessandro stava ancora dormendo, se non l’avessi svegliato non sarebbe accaduto tutto quello che è accaduto". Alessandro, vicino al suo avvocato Enrico Pelillo, resta immobile. Maria Deho scuote il capo addolorata. "Da quel giorno in casa nostra non si dorme più, tutto è cambiato non c’è più una vita normale. Non ho mai scritto una lettera di scuse, ma mi dispiace davvero per quello che è successo, il nostro è un dolore vero. Mio figlio è un introverso, è distrutto dal dolore, se potesse tornare indietro cancellerebbe tutto". 

La donna ha poi spiegato che il coltello del delitto normalmente veniva usato dal figlio "per pulire le arnie al bosco", l’appezzamento che i Patelli hanno a Trescore Balneario. Poi il pm Mandurino le chiede: "Suo figlio ha mostrato dispiacere per quanto avvenuto?". "Assolutamente sì, mio figlio è cambiato tantissimo, tutti siamo cambiati. Dice che è dispiaciuto e pensa tanto a Benedetta (la figlia di Tayari, che era presente il giorno dell’omicidio con la mamma e la sorellina)". Il pm insiste: "Ma lei non gli ha mai suggerito di scrivere anche solo un biglietto di scuse?". La donna resta in silenzio. La lite col tunisino è degenerata proprio mentre il figlio, a suo dire, si stava dirigendo a Trescore Balneario.