Brembate di Sopra (Bergamo), 31 luglio 2024 – C’è anche un po’ di Lombardia nella medaglia d’argento che ieri il team di ginnastica artistica ha vinto alle Olimpiadi di Parigi: Giorgia Villa, classe 2003 di Brembate di Sopra, ha gioito e pianto per aver regalato alla nazione un traguardo che mancava dal 1928 e che vale quanto il metallo più pesante. Seconde solo dopo l’incredibile team Usa composto da Simone Biles, Jordan Chiles, Jade Carey, Sunisa Lee e Hezly Rivera, le italiane si sono rese protagoniste di un pomeriggio indimenticabile all’Arena Bercy di fronte a divinità dello sport (e olimpiche) come Serena Williams e Micheal Phelps.
Nel team italiano invece, insieme a Manila Esposito, Angela Andreoli, Alice Damato e Elisa Iorio, c’era anche Giorgia Villa che sicuramente si differenzia per il tortuoso percorso che l’ha portata, a soli 23 anni, a conquistare prima la qualificazione, poi la finale e infine il secondo gradino del podio della rassegna a cinque cerchi.
Classe 2003, nata e cresciuta a Brembate, Giorgia Villa ha fatto sua la passione per la ginnastica artistica fin da piccolissima e infatti le allenatrici che la guardano volteggiare e muovere i primi passi in pedana capiscono che il potenziale è alto: “Sono state loro a consigliare a mia madre di spostarmi in una palestra più attrezzata, dove potessi allenarmi meglio” ha raccontato la ginnasta in un’intervista Rai. E non nega che, il passo più difficile è stato quello di trasferirsi di casa solo undicenne, motivata dai genitori a seguire ciò che inizialmente era un sogno e che poi è diventato un lavoro.
Su tutto ogni atleta vede le Olimpiadi come un tassello fondamentale per la propria carriera, non solo un salto di qualità ma una partecipazione ambita e sognata: così anche per Giorgia, che giovanissima avrebbe potuto partecipare alla sua prima rassegna a cinque cerchi nel 2021 a Tokio. ‘Avrebbe’ se solo non fosse incappata in un grave infortunio a soli tre giorni dalla cerimonia di apertura: una lesione alla caviglia le ha così impedito di partecipare e l’ha costretta a guardare solo dal televisore le proprie compagne lottare e gareggiare durante la loro prima qualificazione a cinque cerchi. “Ma è dalle cadute che impari – ha dichiarato Giorgia – sono proprio le sconfitte che ti permettono di vincere. Certo, salire sul podio è un sogno ma quando scendi da quello tutto riparte e per questo è dai momenti difficili che si cresce e si migliora”. E lei non solo l’ha fatto ma l’ha dimostrato alle compagne, all’Italia e al mondo.
La partecipazione a Parigi 2024
Ed è con questa mentalità da vincente che Giorgia è scesa in pedana a Parigi 2024, non senza difficoltà a causa dei dolori alla schiena che l’hanno limitata alla trave e alle parallele: ma nel vederla volteggiare alle parallele asimmetriche è parso lampante anche ai neofiti della ginnastica, capitati sul canale per l’occasione della finale olimpica, che stesse gareggiando un’atleta di livello. Il suo esercizio viene pagato 13.766, un po’ avaro da parte dei giudici ma più che sufficiente per far crescere il punteggio complessivo di squadra.
"Vai, gareggia e divertiti”, il mantra della 23enne il cui volto sorpreso all’annuncio della medaglia è rimbalzato su tutti i siti e giornali, rispecchia la passione e la serenità con cui la ginnasta affronta le sfide: serenità anche data dalle compagne di squadra con cui condivide il viaggio, che più che colleghe sono amiche e sorelle.
Le fate sul podio dopo 96 anni
La medaglia più bella? Il bronzo a Stoccarda ai mondiali nel 2019, bellissimo e indimenticabile. O meglio, questa era la risposta che Villa dava prima di queste Olimpiadi, ma siamo quasi certi ora potrebbe cambiare idea. Sì perché le ‘Fate’, il cui nomignolo è ormai entrato nel linguaggio comune, hanno regalato all’Italia una medaglia nella ginnastica artistica che mancava da ormai un secolo, dal 1928: 96 anni fa ad Amsterdam le azzurre conquistarono l’argento con un punteggio di 289,00 in una disciplina che ormai ha poco in comune con la ginnastica (potentissima) che siamo soliti vedere al giorno d’oggi. E che i fisici delle ginnaste esprimono.
La favola delle ‘Fate’ d’argento è motivo d’orgoglio anche per la Lombardia, il cui spirito bergamasco di Giorgia Villa scorre nelle bellissime medaglie insieme ai frammenti della Tour Eiffel con cui sono state create: ma il soprannome delle ginnaste (‘Fate’), così come quello affibbiato alle ginnaste della ritmica (‘Farfalle’) dà un’accezione fiabesca alle loro imprese. Eppure gli esercizi alla trave e al volteggio così come gli esercizi con il nastro e il cerchio sono frutto di allenamenti senza sosta, faticosi e incessanti dove la fiaba si scontra contro una realtà faticosa ma soprattutto dove la passione per questo sport è l’architrave che non viene meno neanche di fronte alla stanchezza e al dolore. E questo, Giorgia Villa, che tre anni fa combatteva contro una caviglia rotta e oggi ha la medaglia d’argento al collo, lo sa molto bene.