DANIELE DE SALVO
Cronaca

Gli asini salvati Destinati al macello accompagneranno i turisti in montagna

Il geologo Zarlenga li riscatta in extremis e crea il progetto “Lenti & contenti“

Gli asini salvati Destinati al macello accompagneranno i turisti in montagna

di Daniele De Salvo

Lui ha salvato loro la vita e loro hanno cambiato la sua. Loro sono quattro asinelli: mamma Goccia, papà Romeo, il piccolo Miele e Mosè, il fratellino adottivo. Sarebbero già diventati tutti o brasato o salame, perché destinati all’alimentazione; Pietro Zarlenga, geologo marino molisano di 44 anni, trapiantato a Lecco che ora è la sua casa, li però ha riscattati, strappandoli in extremis a sue spese al macellaio. Adesso Goccia, Romeo, Miele e Mosé, non potranno mai più essere trasformati in cibo. Attualmente sono ricoverati a Valmadrera, ma presto si trasferiranno a Pasturo, dove Pietro - con la moglie 40enne Camilla, che lì già gestisce un agriturismo, mamma dei loro due figlie Sebastian di 7 anni e Leon di 9 mesi - vuole allestire un habitat ancora più adatto e realizzare una fattoria didattica . "Vorremmo che i nostri asini accompagnassero escursionisti in gite sulle montagne della zona, ci aiutassero a raccogliere erbe officinali in punti dove non si può arrivare in auto", racconta. È il progetto “Lenti & contenti“: lenti e contenti proprio come gli asini e come gli asini hanno insegnato ad essere a Pietro, che in fondo per carattere sensibile, caparbio, razionale, resiliente e affettuoso assomiglia ai suoi ciuchini. "Già nel 2009 quando lavoravo in Albania volevano regalarmi un asinello ma non ero nelle condizioni di accudirlo – racconta Pietro -. Il sogno di allevarne uno si è realizzato dieci anni dopo, nel 2019. Non ero più geologo, ma lavoravo nel marketing in una multinazionale dello sport. Ho incontrato Goccia. Ci siamo intesi al primo sguardo, le ho promesso che la sua esistenza sarebbe stata migliore".

Dopo aver acquistato Goccia, ha acquistato Romeo, il suo compagno, è nato Miele, infine è arrivato in famiglia Mosè. "Durante i lunghi e brutti mesi del lockdown da Covid ci hanno permesso di uscire, giocare, stare all’aria aperta - confida Pietro, che per loro si è pure dimesso perché non ne poteva più di un mestiere all’insegna di obiettivi, target, risultati, fatturato -. Noi abbiamo salvato loro, loro hanno salvato me". Il progetto che vuole realizzare, è ambizioso e ha un costo. Per questo Pietro ha avviato una raccolta fondi con una campagna crowdfunding online.