Ragazzi investiti e uccisi ad Azzano: tre mesi per ricostruire i fatti

Luca Carissimi e Matteo Ferrari erano su una Vespa quando furono travolti dall'auto di Matteo Scapin, col quale avevano avuto dei litigi quella notte

Luca Carissimi e Matteo Ferrari, morti in seguito all’investimento della Vespa

Luca Carissimi e Matteo Ferrari, morti in seguito all’investimento della Vespa

Bergamo, 12 settembre 2019 - Tre mesi per far luce sulla tragedia di Azzano San Paolo. Ieri il giudice delle indagini preliminari, Vito Di Vita, ha nominato l’ingegnere Fabio Donato, consulente tecnico di Milano, come perito che dovrà eseguire l’incidente probatorio su quanto accaduto la notte tra il 3 e il 4 agosto, lungo la strada Cremasca. Notte in cui morirono gli amici residenti a Borgo Palazzo, a Bergamo, Luca Carissimi, 21 anni, e Matteo Ferrari, 18 anni. Erano su una Vespa 125 e furono investiti dalla Mini Cooper guidata da Matteo Scapin, 33 anni, di Curno, ai domiciliari con l’accusa di omicidio colposo (stradale) e omissione di soccorso. Al suo fianco c’era la fidanzata.

L’incidente probatorio è la procedura che, a indagini ancora aperte, consente di acquisire un parere con valore di prova, in questo caso una ricostruzione completa dell’incidente e delle sue possibili cause. Capire cosa è successo quella terribile notte, a partire dai primi screzi avvenuti all’interno della discoteca Setai, a Orio al Serio, per arrivare poi al litigio fuori dal locale in cui Scapin era stato malmenato, fino alla collisione tra la Mini e la Vespa con le due vittime.

Il giudice chiede a Donato di definire in particolare quale sia stata la dinamica, le traiettorie e a quale velocità i due mezzi si siano scontrati, e di stabilire il punto di impatto. Oltre alla data del 26 dicembre (scadenza dei tre mesi) il giudice ha già fissato anche l’udienza in cui sentirà le conclusioni del perito: 14 gennaio. Alla procedura parteciperanno anche consulenti delle parti. L’ingegner Luigi Fiumana per la difesa di Scapin (assistito dagli avvocati Riccardo Tropea, Andrea Pezzotta e Anna Marinelli), Domenico Romaniello per la procura, Dario Di Stefano per la famiglia di Matteo Ferrari (assistito dall’avvocato Dimitri Colombi), mentre nessuna nomina da parte dei familiari di Luca Carissimi (il difensore è Francesca Longhi), che si rimettono al parere del perito.

Determinanti gli accertamenti sui mezzi per ricostruire la dinamica e determinante sarà il sopralluogo sui punti del percorso tra il parcheggio fuori dal Setai e il punto di impatto tra i due mezzi. Fu l’effetto di un momento di panico di Scapin, impaurito dopo una notte di litigi dentro e fuori il locale? Questa è la versione che il 33 enne aveva fornito, parzialmente accreditata dal gip che ha riqualificato l’omicidio volontario contestato dalla procura in omicidio colposo stradale e omissione di soccorso. Per il pm Raffella Latorraca, che contesta l’omicidio volontario, il giovane sarebbe stato mosso da rivalsa. Lo stesso pm che ha impugnato l’ordinanza del gip sostenendo che il dolo, assente secondo il giudice, era evidente.

In buona sostanza per l’accusa ci sono gravi indizi per sostenere che Scapin, già su di giri per le offese alla sua ragazza, si sia ulteriormente innervosito quando, affiancato dai due ragazzi in Vespa, ha sentito un botto dovuto alla rottura del lunotto della sua auto. A questo riguardo, nel frattempo, dalle indagini sembra prendere quota l’ipotesi che a rompere il lunotto posteriore della Mini possa essere stato un colpo sferrato con un casco da uno dei ragazzi in Vespa. Inoltre a corroborare la tesi del pm sono arrivate nuove testimonianze, otto per la precisione: si tratta di giovani che la notte dell’incidente si trovavano vicino al semaforo tra via Portico e l’innesco con la Cremasca, o lungo la pista ciclopedonale che fiancheggia via Portico e nella zona dove è avvenuto l’impatto. Il 24 il Riesame deciderà il ricorso della procura che ipotizza per l’omicidio volontario.