Piccoli valichi, allarme criminalità e clandestini: più vigilanza oppure chiusura

Allarme criminalità nei territori di frontiera. Sono infatti sempre più frequenti gli episodi di violenza che si verificano lungo la fascia di confine tra Italia e Svizzera e che allarmano i cittadini residenti in quelle zone di Paolo Candeloro

Guardie di Confine

Guardie di Confine

Varese, 16 novembre 2014 - Allarme criminalità nei territori di frontiera. Sono infatti sempre più frequenti gli episodi di violenza che si verificano lungo la fascia di confine tra Italia e Svizzera e che allarmano i cittadini residenti in quelle zone. A questi fatti, poi, bisogna aggiungere l’immigrazione clandestina e i soggiorni illegali, con tutti i problemi ad essi legati. Così, si solleva il dibattito relativo ai valichi minori, quelli lasciati aperti e incustoditi per effetto delle direttive di Schengen sulla libera circolazione. In Svizzera l’attenzione al problema è alta, con politici, associazioni varie e gente comune che chiedono il ritorno a un controllo permanente e la chiusura di tali frontiere durante la notte. In riferimento a quest’ultimo punto, pare che a Berna le istanze dei ticinesi abbiano trovato ascolto: la Commissione istituzioni politiche, infatti, ha approvato all’unanimità una mozione sul tema avanzata da una consigliera nazionale eletta nel cantone «italiano». Perché il provvedimento diventi operativo, però, è necessario il «sì» delle autorità italiane.

«Sono d'accordo - fa sapere il sindaco di Clivio, Ida Petrillo -. Se fosse garantito un maggiore controllo, saremmo sicuramente più contenti e tranquilli, anche perché da noi il traffico di frontalieri non è così elevato, e quindi non penso ci sia bisogno di tenere costantemente aperti i nostri due valichi (San Pietro e Ligornetto, ndr). Sarebbe utile evitare perlomeno il passaggio con le auto, considerato che quello a piedi è impossibile da scongiurare. Su tutti i valichi minori è stato installato un sistema di videosorveglianza attivo 24 ore su 24 e che fa capo alla centrale del Gaggiolo, mentre le forze dell’ordine effettuano appostamenti periodici, ma avere a disposizione una presenza fissa contribuirebbe a garantire maggior sicurezza». Insomma, è sempre più forte la richiesta di tornare indietro di diversi anni, quando al calar della notte si chiudevano i cancelli delle frontiere minori (anche se alcuni di questi ancora oggi vengono sbarrati). Settimana scorsa, peraltro, un gruppo di esponenti della Lega dei ticinesi si è riunito a difesa del valico di Pedrinate, nel Mendrisiotto (sul confine con la provincia di Como), iniziativa preceduta dalla lettera inviata alle autorità cantonali e ai parlamentari ticinesi di stanza a Berna da parte del sindaco di Centovalli (comune di frontiera col Piemonte), il quale auspica il ritorno al presidio delle dogane minori. Si presume che grazie a questa proposta di «chiusura» potrebbero essere maggiormente controllati e bloccati non solo i rapinatori, ma anche i traffici illeciti che le organizzazioni criminali intratterrebbero tra Italia settentrionale e Svizzera: armi, stupefacenti e tratta dei clandestini sarebbero infatti più facilmente arginabili se sottoposti a controlli costanti. Maggiore sicurezza sul confine: gli amministratori di frontiera sono pronti a scendere in campo.