Elezioni Provinciali, Vincenzi: "Restiamo aperti al confronto"

Il presidente di Villa Recalcati commenta il risultato elettorale: "Il pareggio è come una vittoria"

Gunnar Vincenzi

Gunnar Vincenzi

Varese, 19 ottobre 2016 - Un pareggio che equivale a una vittoria. Gunnar Vincenzi ha accolto con soddisfazione il risultato elettorale di sabato, quando sindaci e consiglieri comunali del Varesotto hanno votato per il rinnovo del Consiglio provinciale: l’8-8 fra centrosinistra e centrodestra ha infatti scongiurato la possibilità che il numero uno di Villa Recalcati si ritrovasse a governare senza maggioranza.

Presidente Vincenzi, quella di sabato è dunque da considerarsi una vittoria a tutti gli effetti? "Sì, perché col mio voto in Consiglio si passa di fatto a un 9-8, e quindi il centrosinistra ha mantenuto la maggioranza. Il ribaltone del quale si era tanto parlato non si è verificato: sono soddisfatto".

La maggioranza, però, sarà più risicata: cambierà qualcosa dal punto di vista amministrativo? Prevede un maggior coinvolgimento degli esponenti di centrodestra? "In realtà il confronto con la minoranza c’è sempre stato, soprattutto per questioni particolarmente delicate come quella legata al servizio idrico. Abbiamo tracciato un percorso condiviso che continueremo a portare avanti, prendendo atto del fatto che alcune forze di minoranza sono più disponibili al confronto e altre meno".

Ha più volte sottolineato il fatto che in questi primi due anni di mandato l’attività amministrativa ha dovuto fare i conti con pesanti ristrettezze economiche: si andrà avanti con questa politica "di trincea"? "Fra i 100 milioni di tagli statali e il disavanzo di 54 milioni ereditato dalla precedente gestione, siamo comunque riusciti a evitare il dissesto finanziario garantendo i servizi primari, mentre adesso si tratta di capire quali saranno gli scenari per gli enti di secondo livello e l’entità delle risorse a disposizione".

Quali saranno i punti cardine della sua azione amministrativa? "Fatta salva la necessità di continuare a garantire i servizi primari, vogliamo mettere al centro del programma scuola, formazione e istruzione, come del resto è stato dall’inizio del mio mandato. Speriamo solo di non dover continuare a fare le nozze coi fichi secchi".

Sul futuro delle Province, però, incombe il nodo del referendum: presidente e Consiglio resteranno in carica anche in caso di vittoria del "Sì"? "Senza dubbio. Andremo avanti nel nostro lavoro, e penso si arriverà a fine mandato, dopodiché bisognerà capire quale sarà il futuro dell’ente".

In caso di sparizione delle Province dalla Costituzione, prevede che i limiti territoriali del Varesotto potranno cambiare? "Sono contrario all’ipotesi di unione con Como: un territorio di quasi 900mila abitanti può tranquillamente restare da solo, e anzi penso sarà così. Se poi da alcuni comuni del Basso Varesotto emergerà l’intenzione di aggregarsi alla Città metropolitana di Milano, non potrò che farmene portavoce. Staremo a vedere".