Abbiategrasso, un'altra moschea? La Lega dice no: è bagarre in Comune

Partita una raccolta firme del Carroccio: "La nostra non è una battaglia religiose, ma le leggi italiane devono valere per tutti" di Michele Azzimonti

Musulmani in preghiera (Spf)

Musulmani in preghiera (Spf)

Abbiategrasso, 28 luglio 2014 - Trentatremila abitanti, due centri islamici. Uno già attivo, il secondo in cantiere. È lo scenario su cui si sta consumando un aspro confronto tra l’amministrazione comunale di Abbiategrasso e la Lega Nord, ormai priva di rappresentanza in consiglio ma decisa a cavalcare una delle battaglie che hanno da sempre contraddistinto il partito, ossia la questione islamica. L’innesco l’ha dato la recente diaspora all’interno della comunità islamica: una parte degli islamici ha lasciato la comunità che fa capo al centro di via Crivellino e sta cercando un immobile in cui insediare il nuovo gruppo. La scelta è caduta su un capannone industriale di via Bollini, alla periferia della città. Il problema è che l’immobile, per poter ospitare un centro culturale, dovrebbe prima ottenere un cambio di destinazione d’uso dal Comune.

E questo il punto su cui si sta consumando lo scontro tra Comune e Lega Nord e che ha spinto il Carroccio a promuovere una raccolta di firme contro il nuovo centro islamico. "Non ne facciamo una questione di carattere religioso — spiega Marco Tagliabue, ex capogruppo della Lega Nord —. Non siamo contro l’Islam. Pretendiamo invece che le leggi italiane vengano rispettate da tutti, islamici compresi. E la legge dice chiaramente che il cambio d’uso di un immobile non può essere concesso per ospitarvi un’associazione religiosa. È appunto il caso del centro islamico. Se si fosse trattato di un altro tipo di associazione, senza implicazioni religiose, il cambio d’uso poteva essere concesso". In questo caso, sempre secondo Tagliabue, non vale neanche la deroga prevista dall’attuale piano di governo del territorio (Pgt): "Il permesso di costruire in deroga, si legge nel Pgt, “è rilasciato esclusivamente per edifici pubblici e di interesse pubblico”. Mi chiedo: che valenza pubblica avrebbe un centro islamico? Infatti si tratta di un’associazione privata che promuove la cultura e la religione islamica, quindi senza fini pubblici".

La questione approderà questa sera in consiglio comunale, che verrà chiamato a esprimersi sulla concessione della deroga. Ma la Lega è decisa a far valere le proprie ragioni e quelle di alcune centinaia di cittadini che hanno sottoscritto la petizione leghista ai banchetti di raccolta. "Se l’amministrazione comunale approvasse la deroga commetterebbe un illecito — attacca Tagliabue —. Inoltre temiamo che il nuovo centro islamico sia di fatto una moschea, come quella di via Crivellino".