Euro-crisi sulla frontiera: più conveniente l’esodo per acquisti italiani

Negozi e ristoranti varesini sempre più competitivi

La frontiera con il Canton Ticino

La frontiera con il Canton Ticino

Lavena Ponte Tresa (Varese), 30 giugno 2015 - Un bene rifiugio sempre più riconosciuto che tra crisi greca, referendum in vista e austerity a tutti i costi sta portando i risparmiatori sempre più verso i placidi panorami della Confederazione e le sue tranquillizzanti banche. Un rialzo, quello del franco svizzero sull’euro, ieri attestato a 0,9598 (con un +0,27%), il livello più alto dalla primaversa scorsa, che sta facendo discutere. Così come ha fatto discutere, nel gennaio scorso, la decisione della banca centrale di Berna di slegare la divisa svizzera dalle maglie del cambio fisso per farla fluttuare liberamente sui mercati finanziari. Il primo effetto, immediato, fu un rialzo sulla moneta unica europea che lo portò vicinissimo al cambio uno a uno. Poi qualche leggero indietreggiamento e ora un nuovo balzo in avanti, complice il referendum sul debito greco, l’ipotesi grexit e la conseguente picchiata delle borse del Vecchio continente. Così l’euro cede ancora terreno nei confronti del franco svizzero, tradizionale porto sicuro nei periodi di incertezza, arrivando al livello più basso da aprile scorso.

Così sul mercato svizzero siamo tornati a essere competitivi e, come ha spiegato il varesino Franco Colombo, presidente Confapi Industria Lombardia, "abbiamo avuto una svalutazione competitiva tenendo l’euro al posto della lira, è la prima volta che accade". Lontanissimi, anche se era solo il settembre del 2013, i tempi in cui il Comune di Chiasso organizzava «Benvenuta impresa» per attirare attività italiane. Ad approfittarne anche gli esercizi commerciali della zona di confine: dai negozi ai ristoranti. Del resto con una differenza minima tra euro e franco, è infatti in grande aumento il flusso di cittadini svizzeri che oltrepassano la frontiera per fare acquisti sfruttando la leva del cambio. «Il flusso di clienti dalla Svizzera è sicuramente aumentato: non possiamo parlare di assalto, ma per i nostri commercianti la situazione ha senza dubbio registrato una crescita in questi mesi», spiega il sindaco di Lavena Ponte Tresa Pietro Roncoroni.

Ad aiutare i commercianti varesini anche la possibilità, prevista per legge, per i clienti svizzeri di detrarre l’Iva su acquisti che superino la soglia dei 155 euro: chiunque faccia acquisti per più di quella cifra può chiedere il rimborso dell’Iva che verrà pagato negli uffici della dogana commerciale italiana, alla presentazione della fattura con il timbro «Tax Free», oppure chiedere il rimborso o uno sconto equivalente direttamente dal commerciante. Una situazione che sta pesando sull’economia del Canton Ticino: nelle scorse settimane ha fatto discutere ad esempio l’idea di un noto fast-food di scontare il pranzo per chi si presenta con un’auto con targa ticinese.