Morti in corsia: niente puntura letale alla mamma, traballa la verità dell’infermiera

Saronno, a uccidere fu il "protoccolo Cazzaniga"

Laura Taroni a processo

Laura Taroni a processo

Saronno (Varese), 9 febbraio 2018 -  Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga non hanno ucciso Maria Rita Clerici, madre della donna, con una iniezione di fibrinolitico (un farmaco ospedaliero, anticoagulante del sangue) praticata nella giugulare, la sera del 4 gennaio 2014. Il pubblico ministero di Busto Arsizio, Maria Cristina Ria, prima di pronunciarsi per la condanna di entrambi per omicidio, illustra la sua convinzione che la versione della Taroni non è credibile: non di iniezione letale si è trattato ma dell’applicazione sulla Clerici, iniziata qualche giorno prima del decesso, del “protocollo Cazzaniga”: la somministrazione di farmaci in sovradosaggio con cui, secondo l’accusa, l’ex vice primario del pronto soccorso di Saronno avrebbe provocato la morte in corsia di undici pazienti.

Come in un gioco di scatole cinesi, un giallo nel giallo con al centro una scatola di fibrinolitico. È lo scorso 8 gennaio. Serratissimo, stringente il controesame di Laura Taroni da parte dei difensori di Cazzaniga, i legali bresciani Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora. La donna ha parlato di un fibrinolitico di cui non ricordava la marca ma approssimativamente il colore della confezione, «mezza bianca e mezza marrone». La difesa Cazzaniga incalza. Da cosa ha capito che si trattava di fibrinolitico? Dalla scritta sulla scatola, in inglese. Le dimensioni della scatola? «Una scatoletta». Una siringa confezionata, pronta all’uso? «Pronta all’uso». C'è un contraccolpo rapido e significativo. La procura di Busto incarica i carabinieri del comando di Saronno di accertare quali sia la dotazione di fibrinolitici al reparto di farmacia del presidio ospedaliero di Saronno, quali siano i colori delle confezioni, quali le modalità d’impiego. Si accerta che oggi così come nel periodo interessato dalle indagini, fra dicembre 2013 e gennaio 2014, sono disponibili tre farmaci fibrinolitici: uno ha la scatola bianca, con una banda verde scuro e due verde chiaro; per un altro scatola bianca, banda viola affiancata da due bande verde chiaro; scatola bianca per il terzo. In tutte e tre scatole è assente il colore marrone di cui parla invece Laura Taroni. Il processo in abbreviato alla Taroni riprende oggi con l’arringa del difensore Monica Alberti.