Angera, scopre i banditi nel suo locale: ne stende uno a suon di pugni

Il racconto: "Pieno di lividi, ma poteva andare peggio"

I banditi avevano il volto coperto da un cappuccio (Archivio)

I banditi avevano il volto coperto da un cappuccio (Archivio)

Angera, 16 marzo 2017 - E' sceso nel suo bar perché aveva dimenticato di sistemare un frigorifero, poi ha sentito un rumore e in un attimo si è ritrovato a terra, sopraffatto dalle botte di uno sconosciuto che si era introdotto nel suo bar. Per sua fortuna, a differenza del ristoratore di Lodi (accusato nei giorni scorsi di omicidio volontario per aver sparato e ucciso un rapinatore), il malvivente che lo ha aggredito è poi fuggito e nessuno dei due era armato, «ma ho avuto davvero paura, non si può spiegare cosa si prova in una situazione simile». Con queste parole Davide Monteggia, quarantacinquenne titolare del bar “Flamingo” di Angera, inizia il racconto di una notte da incubo, quella in cui ha temuto per se stesso e per la sua famiglia, che vive nello stesso stabile dove ha sede il suo locale. «Sono sceso per sistemare un frigorifero, ma quando sono entrato dalla porta posteriore mi sono trovato davanti due uomini, e sono rimasto paralizzato dalla paura».

Nel buio, con il cappuccio in testa, i due malviventi secondo il racconto del commerciante stavano armeggiando con la cassa e il computer. Non hanno proferito parola. «Uno - prosegue il barista - è scappato via subito, l’ho sentito montare in macchina, l’altro invece mi si è scagliato contro». Così Monteggia ha tentato di difendersi come poteva: «Ero in ciabatte, sono caduto dopo averlo colpito a mia volta e poi lui ha continuato a menar le mani, non so quanto possa essere durato». A un certo punto, per fortuna, il ladro si è rialzato ed è scappato. «Sono stato fortunato, benché sia pieno di lividi e contusioni, un’unghia del piede spezzata, mi è andata davvero bene». Dopo aver allertato la sua famiglia Monteggia è stato accompagnato in pronto soccorso, dove è stato medicato e dimesso con una prognosi di cinque giorni per contusioni varie. Sulla vicenda indagano i carabinieri, che stanno lavorando per risalire all’identità dei due banditi. Il commerciante intanto, cerca di dimenticare l’accaduto. Era la prima volta in sedici anni di attività che subiva un’aggressione: «Parlano in tanti quando succedono queste cose, ma bisogna trovarsi in certe situazioni per capire». Alla luce dei fatti accaduti a Lodi nei giorni scorsi, Monteggia ha spiegato «Per difendersi si rischia grosso, eppure come possiamo restare inermi quando qualcuno minaccia la nostra famiglia, la nostra vita o il frutto di sacrifici e duro lavoro?».