Busto Arsizio, la Boldrini dopo il caso Gioeubia. Ma il sindaco le chiede i danni

Polemica dopo che in città era stato bruciato il suo fantoccio

La presidente della Camera è stata accolta dai sostenitori di Liberi e Uguali

La presidente della Camera è stata accolta dai sostenitori di Liberi e Uguali

Busto Arsizio (Varese), 29 gennaio 2018 - Piazza gremita, applausi e tanti «bella ciao» nell’aria, a contrasto di qualche fischio e qualche parola poco gentile. È questo il clima che ha accolto la presidente della Camera Laura Boldrini, arrivata ieri «per un caffè», come lei stessa ha dichiarato, su richiesta dei sostenitori di “Liberi e Uguali”. Poliziotti in tenuta antisommossa hanno tenuto a bada la folla, tra sostenitori, antagonisti e centinaia di cittadini curiosi. Cantando Boldrini ha attraversato piazza San Giovanni, diretta in un bar dove con i suoi sostenitori ha parlato dei temi più cari al suo partito.

Prima però, dopo aver annunciato la propria candidatura a Milano, non si è risparmiata nel parlare apertamente della scelta definita «infelice» del Movimento Giovani Padani bustocchi, di bruciare una “Gioeubia” a sua immagine, giovedì scorso, rimandando al mittente la spiegazione che sia stato fatto per tradizione. «Non farebbe piacere a nessuno vedere il proprio fantoccio dato alle fiamme – ha dichiarato la presidente della Camera –. Nel medioevo davano fuoco alle donne streghe, cioè quelle che davano fastidio perché si ribellavano alla sopraffazione». Poi ha continuato: «Il regime nazista ha usato molto il fuoco, in Italia hanno dato fuoco a negozi degli ebrei e libri, il Ku Klux Klan ha fatto la stessa cosa». Boldrini ha definito «doverosa» oltre che piacevole, accettare l’invito di chi le è stato vicino dopo la vicenda del fantoccio dato alle fiamme. Il sindaco Emanuele Antonelli però non ci sta, e si dice «pronto a chiedere alla signora Boldrini i danni per le spese che dovremo sostenere per l’attività straordinaria che la nostra Polizia locale dovrà mettere in campo anche oggi» e, ancora, «con le sue ultime dichiarazioni, nonostante tutte le spiegazioni e i chiarimenti veicolati anche a mezzo stampa, evoca un presunto «clima di odio» che albergherebbe a Busto Arsizio, siamo noi a chiedere scuse ufficiali».

Il primo cittadino ha anche precisato – definendo la misura «colma», e come la visita della Boldrini fosse «sgradita a gran parte della popolazione – che certamente non si ritrova nel ritratto infangante della città che lei sta da giorni diffondendo con la complicità dei suoi quattro supporter locali». Durante il suo incontro con i sostenitori di “Liberi e Uguali”, tra cui i prossimi candidati alle regionali, Boldrini ha parlato dell’importanza del sostegno alle donne, delle sue battaglie per la resistenza. «Ho portato per la prima volta a Montecitorio – ha detto – partigiani e partigiane come padroni di casa e non come ospiti». Poi una stoccata a Salvini: «Vuol essere il signore dei falò. Se lui vuole fare la Repubblica dei falò, noi siamo quelli che faranno campagna elettorale con i programmi. Ci sfideremo a viso aperto».