Ticket meno pesanti sulle famiglie. Maroni: abbiamo un piano e risorse

Firmata l’intesa con il ministro Lorenzin sulla riforma, risparmi per 400 milioni di GIULIA BONEZZI

Intesa sulla verifica della riforma tra il governatore Maroni e il ministro Lorenzin

Intesa sulla verifica della riforma tra il governatore Maroni e il ministro Lorenzin

Milano, 5 aprile 2016 - È in arrivo «una rivoluzione» sui ticket sanitari in Lombardia, con l’obiettivo di «ridurne il costo e il peso sulle famiglie»: lo annuncia, su twitter e poi a voce, il governatore Roberto Maroni, anticipando una manovra ora al vaglio delle forze sociali, che rivedrà tra una settimana. Non aggiunge dettagli alle ipotesi circolate di un tetto massimo, distinto per fasce di reddito, oltre il quale visite ed esami non si pagherebbero più, ma chiarisce che si tratta di «un’iniziativa specifica», ulteriore rispetto al reddito di autonomia; una «proposta molto articolata che prevede anche risorse economiche». E non l’unica novità: sono in arrivo sperimentazioni sull’appropriatezza per affrontare il problema delle liste d’attesa («Chi ha bisogno di un esame deve averlo subito») e sulla presa in carico dei pazienti cronici; modelli che saranno testati in alcune strutture, «e se funzionano li estenderemo a tutte le altre».

Lo stesso Maroni auspica per la sua riforma della sanità: «Abbiamo quest’ambizione, che possa diventare un modello per tutte le Regioni» ha ribadito ieri, firmando con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin il protocollo per il monitoraggio dell’attuazione dell’«evoluzione» in vigore dal primo gennaio. «Una forte novità che il Governo avrebbe potuto impugnare - ricorda -. Invece il ministro ha avuto il coraggio» di metterla alla prova. Con due verifiche intermedie, a tre e cinque anni, ma anche «valutazioni semestrali dei risultati raggiunti», sottolinea Lorenzin, che considera l’«evoluzione» lombarda «un modello estremamente innovativo, se migliore lo vedremo». «La sfida oggi - ricorda - sono i malati cronici e la sostenibilità del servizio sociosanitario a fronte di una popolazione che fortunatamente vive più a lungo ma genera una domanda enorme». Quindi «abbiamo l’obbligo di investire in prevenzione», ma non solo: «In tutte le regioni, uno degli elementi critici è la gestione del paziente prima e dopo l’ospedale: l’uso inappropriato delle stutture ad alta intensità aumenta i costi del sistema» e peggiora la «qualità della vita» delle persone.

Per questo, spiega Lorenzin, il Ministero «ha permesso a diverse Regioni di avviare delle sperimentazioni». Quella della Lombardia, che vanta «ospedali al top in Europa», le piace soprattutto per «l’integrazione tra sociale e sanitario» e perché è «un paradigma organizzativo totalmente nuovo», che «ruota intorno al paziente» e «costringe gli operatori a un cambio di mentalità». Il che rende la sfida «ambiziosissima», sottolinea il ministro, assicurando al governatore che «tutto quel che sarà risparmiato» - per Maroni, a regime 400 milioni di euro l’anno - «lo potrete reinvestire sul territorio». Quanto all’Arac, a domanda il ministro risponde che «secondo me l’anticorruzione è nazionale, ma se la Regione trova un accordo con l’Anac e questa ne diventa una ramificazione credo che l’obiettivo sia colto». Maroni, che sul tema ha un’interlocuzione aperta col Governo, si dice «ottimista». Il bando per selezionare il presidente e i quattro consiglieri dell’Arac scade venerdì, e «ci sono già 15 candidature».