L'8 marzo e il mercato del sesso, lucciole sfruttate e sole: l’altra faccia della festa

Anche quest’anno sarà un 8 marzo senza mimose né celebrazioni per le prostitute, costrette a vivere la ricorrenza di oggi con l’amaro in bocca. Sono circa 700 le schiave del sesso che si vendono sulle strade del Sud-est Milanese

Prostituta in strada

Prostituta in strada

Carpiano (Milano), 8 marzo 2015 - Lucciole sulle strade, ecco l’altra faccia della festa della donna. Anche quest’anno sarà un 8 marzo senza mimose né celebrazioni per le prostitute, costrette a vivere la ricorrenza di oggi con l’amaro in bocca. Sono circa 700 le schiave del sesso che si vendono sulle strade del Sud-est Milanese. La concentrazione più elevata è sulla Binasca, dove ragazze che battono i marciapiedi sono visibili a ogni ora. Poi ci sono Paullese, Cerca, Rivoltana, via Emilia e Sant’Angiolina. Le nazionalità più rappresentate sono quelle dell’Est Europeo, Romania e Albania, seguite dalla Nigeria. Adulte o minorenni, le ragazze si spartiscono il territorio secondo le logiche dei protettori, con una suddivisione precisa tra lavoratrici notturne e belles de jour, ma anche tra porzioni geografiche e tipologia di clienti.

A dispetto della crisi, il mercato del sesso si mantiene fiorente, alimentato non solo da una domanda costante, ma anche da fenomeni collaterali, che si nascondono dietro il marciapiede: traffico di droga, riciclaggio di denaro, ricettazione. Così, le ragazze si ritrovano ad essere l’ultimo anello di una lunga catena di degrado e criminalità. Le ordinanze anti-prostituzione emesse dai Comuni, anche se pensate per arginare il fenomeno, a volte non fanno che scatenare una caccia alle streghe, rendendo le vittime ancora più vittime.

Succede anche nel Sud Milano, dove non bastano multe e verbali per risolvere alla radice il problema. A tendere una mano alle prostitute ci pensano alcuni enti di aiuto, come l’associazione Lule (“fiore, in albanese), nata 19 anni fa. I suoi volontari scandagliano il territorio attraverso le unità di strada. Si tratta di gruppi di operatori specializzati nel contatto con le ragazze, pronti al dialogo e all’ascolto. In alcuni casi, questa attività di relazione ha permesso alle prostitute di cambiare vita. La Binasca è tra le zone, dove l’associazione garantisce il suo intervento. Un altro ente di soccorso è la Fondazione Somaschi che tende una mano alle donne emarginate.

A.Z.