Stocco indigesto, la giunta di Corsico verso l’azzeramento

Questione di ore per il destino della giunta di centrodestra. E l'assessore Mannino si difende

La seduta della commissione antimafia

La seduta della commissione antimafia

Corsico (Milano), 2 febbraio 2017 - Questione di ore per il destino della giunta di centrodestra. L’exit strategy dall’imbarazzo per il «caso stocco» porta verso l’azzeramento della giunta. Si ricomincia da zero, o da due: sindaco e vice, Silvia Scurati, leghista, da poco in carica al posto della dimissionaria Flavia Perrotta. È l’unica che potrebbe salvarsi dalla scure di Filippo Errante, intenzionato a togliere la poltrona agli assessori che lo hanno costretto, quasi due settimane fa, davanti alla commissione parlamentare anti mafia a parlare di quel patrocinio concesso all’evento organizzato da Vincenzo Musitano, parente di un boss della ‘ndrangheta.

Il sindaco potrebbe domandare all’intera giunta di consegnare spontaneamente le dimissioni, per togliersi dall’imbarazzo di mandare tutti a casa. Per ora non si esclude nulla: gli assessori potrebbero seguire il consiglio e abbandonare la poltrona, oppure continuare con la linea di difesa, come sembra voler fare Giacomo Di Capua (Lega Nord), l’assessore che insieme a Maurizio Mannino (Forza Italia) compariva sul manifesto del festival. Ed è proprio Mannino a rivendicare l’estraneità all’iter del contestato patrocinio.

Se è vero che è stato lui a portare in Comune il volantino del consorzio che vende il merluzzo essiccato, «per proporre una sagra per rivitalizzare il quartiere», afferma l’assessore, non è stato poi lui a procedere con le pratiche di concessione del patrocinio, affidato inizialmente all’ex vice sindaco Flavia Perrotta e, in un secondo momento, preso in mano dall’assessore alla Partecipazione Giacomo Di Capua. È stato lui, secondo gli atti, a presentare la richiesta di patrocinio per l’approvazione in giunta. «Ho portato il volantino - spiega Mannino - e lasciato agli uffici il compito dei controlli, poi mi sono sfilato quando Di Capua ha preso in mano l’iniziativa. Il mio nome associato alla criminalità organizzata è un insulto». E Di Capua? Non si esprime e aspetta indicazioni dal partito.