Il maestro orco torna in libertà. Il legale: "Denunceremo anche la scuola"

Torna libero dopo sei mesi ai domiciliari il maestro dell’Elementare di San Giuliano accusato di aver molestato sette alunne durante le lezioni di Carlo D'Elia

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

San Giuliano Milanese, 8 ottobre 2014 - Torna libero dopo sei mesi ai domiciliari il maestro dell’Elementare di San Giuliano accusato di aver molestato sette alunne durante le lezioni. E il legale di una delle vittime annuncia: denunceremo anche la scuola. Il Tribunale di Lodi, ritenendo che non vi siano più pericoli d’inquinamento delle prove, ha revocato la misura dei domiciliari a carico del docente difeso dall’avvocato Luca Marcarini del Foro di Lodi e Giuseppe Perconti del Foro di Sciacca. L’istanza era stata avanzata dai difensori durante la prima udienza del 2 ottobre. Non è bastata ad aggravare la posizione del maestro la minuziosa ricostruzione della vicenda fatta attraverso la deposizione in aula di uno dei due periti che hanno partecipato all’attività investigativa, testimonianza che aveva fatto salire da sei a sette le vittime del maestro.

Bocciata dai giudici del Collegiale la tesi del pm Nicola De Caria, che si era opposto alla richiesta di scarcerazione del presunto pedofilo perché ritenuto «tutt’altro che non pericoloso». «Siamo contenti che sia stata presa questa decisione — commenta l’avvocato Marcarini — È un processo delicato e difficile da valutare. Il mio assistito ha trascorso sei mesi agli arresti domiciliari. Dal 21 marzo è chiuso in casa. Non rappresenta nessun rischio per la società ed è giusto che sia stato rimesso in libertà in attesa della sentenza. Ha fatto senza dubbio piacere che le istanze presentate al Tribunale di Lodi siano state valutate e accolte».

La decisione non ha sorpreso l’avvocato di parte civile Alfio Bonomo del Foro di Bergamo. Il legale, che rappresenta una delle sette vittime, non fa drammi: «In questo momento è inutile accanirsi contro un presunto mostro — spiega — Prendiamo atto della scelta del Tribunale di Lodi, sicuramente fatta in buona fede. Aspetteremo che si chiuda il processo, ma posso anticipare che l’eventuale condanna dell’imputato non ci basterà. La nostra intezione è di andare avanti. La famiglia che rappresento è intenzionata a denunciare anche la dirigenza scolastica della scuola elementare. Le scuole devono essere un posto sicuro dove lasciare i propri figli». Durante l’udienza del 23 ottobre verranno ascoltati i testi chiamati dal pm: in lista i genitori delle bambine coinvolte e una psicologa.