Rozzano, lavoratori in protesta: "Billa, grazie per averci scaricati"

Chiude la catena di supermercati, a spasso oltre 400 dipendenti di Massimiliano Saggese

Presidio dei lavoratori al Billa

Presidio dei lavoratori al Billa

Rozzano, 25 marzo 2015 - Protesta dei lavoratori contro la chiusura dei supermercati Billa in tutta Italia. Una decisione annunciata lo scorso anno che si è concretizzata in questi ultimi giorni durante i quali sono stati venduti o chiusi tutti i punti vendita. Alcune decine di lavoratori hanno preso parte alla protesta che si è svolta ieri mattina, in maniera pacifica, sotto la sede amministrativa italiana della multinazionale austriaca Billa, che si trova nella parte di Milanofiori in territorio rozzaneseIl 23 gennaio scorso la società Rewe, cui Billa fa capo, ha provveduto ad inviare la comunicazione di apertura di procedura di mobilità «per cessata attività» a tutti i 139 dipendenti che sono impiegati nella logistica del catena austriaca e di altri supermercati. Stessa cosa ha fatto il 18 febbraio il marchio Billa per tutti i 236 dipendenti delle 11 filiali dei supermercati italiani non ceduti e per i 39 lavoratori della sede, di fatto aprendo la strada ai licenziamenti.

Presente in Italia dal 1990, Billa ha acquisito Standa nel 2000 ed ora, dopo 84 anni dall’apertura del primo supermercato in via Torino,  la «casa degli italiani» non esiste più.  La decisione formale del gruppo Rewe di abbandonare il mercato italiano del ramo supermercati era stata annunciata a giugno 2014 perché l’azienda non aveva raggiunto l’obiettivo strategico di conquistare una posizione rilevante nel settore. Per ora, i lavoratori delle filiali cedute sono stati riassorbiti dai nuovi acquirenti (Carrefour, Tigros e Conad). Ma per gli altri lavoratori il futuro è più che mai incerto.  

«Ci teniamo a sottolineare che per le informazioni in nostro possesso è la prima volta che  in Italia si verifica la cessione di un’azienda storica della grande distribuzione col metodo dello “spezzatino“, cioè la vendita al miglior offerente delle filiali, senza tutelare i lavoratori delle sedi che in tutti questi anni e fino ad oggi si sono sempre impegnati nel conseguimento degli obiettivi aziendali – spiega Giuseppe Carra della rsa -. Questo contribuisce a creare ulteriore disoccupazione, quando con un piccolo sforzo si sarebbero potuti salvaguardare numerosi posti di lavoro, inserendo nelle trattative anche il personale impiegato nelle sedi».  Dopo lo sciopero di ieri, sono previste altre forme di protesta nei prossimi giorni.

massimiliano.saggese@ilgiorno.net