Solo 'posti in piedi' nelle carceri: per 6.132 letti ci sono 7.826 detenuti

Sovraffollamento del 27%, circa 5 volte peggio della media nazionale di MARIO CONSANI

Un carcere (foto di repertorio)

Un carcere (foto di repertorio)

Milano, 8 febbraio 2016 -  A Como va la maglia nera senza discussioni, ma è in tutta la Lombardia che la situazione non è buona. Il «Bassone» dovrebbe ospitare al massimo 221 detenuti e invece a fine dicembre ce n’erano 404, quasi l’83% in più della capienza regolamentare. Ma è la situazione complessiva delle carceri regionali della Lombardia che continua a preoccupare per il sovraffollamento. Proprio ora che un detenuto ha ottenuto un risarcimento (irrisorio) per aver dovuto scontare una pena in una cella troppo piccola: 7,9 euro al giorno, 1.600 euro per una detenzione definita inumana a san Vittore I dati del ministero della Giustizia non lasciano dubbi. Nelle 18 strutture della Regione, il tutto esaurito sarebbe a quota 6.132, invece a fine gennaio i detenuti erano ben 7.826, quasi 1.700 più del dovuto, un sovrappiù del 27%, circa 5 volte peggio della media nazionale di sovraffollamento, che in questi anni è scesa fino al tasso tollerabile del 5 per cento di fine anno.

Lo ha ammesso chiaramente una settimana fa anche la presidente vicaria della Corte d’appello Marta Malacarne, nella sua relazione per l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario: «La situazione appare ancora critica nel distretto di Milano». E i dati di riferimento che ha offerto per gli istituti sul territorio - in termini di “variazione percentuale rispetto alla capienza regolamentare - sono in effetti critici. Como a parte, si va dal + 66% di Vigevano (397 detenuti per 239 posti) al +50% di Monza (604 per 403 posti), il + 44% di Lodi e di Busto Arsizio, il + 41% di Opera e così via fino alle poche situazioni almeno sulla carta tollerabili come il clamoroso +16% di San Vittore (873 detenuti per 750 posti, di solito e storicamente molto più sovraffollato), il + 8% di Voghera, il + 4% di Pavia. Unica isola felice, come sempre, il carcere di Bollate con un - 12%, perché solo 1.096 dei 1.242 posti letto erano occupati, a fine anno. Ma la “selezione” necessaria per entrare a Bollate (in termini di storia carceraria e personale), fa sì che il “tutto esaurito” si registri molto rararmente.

Ma se nel distretto di Milano la situazione «è ancora critica», stando alle parole della presidente Malacarne, anche nel resto della Lombardia come si è visto non va meglio. Con 536 detenuti nei 330 posti regolamentari, Bergamo tocca un +62% di sovraffollamento (secondo posto assoluto), ma anche i due penitenziari di Brescia si attestano sul +60%, mentre Mantova va un po’ meglio con il +30% (141 ospiti, 104 posti) e a Cremona si vede uno spiraglio con un + 15% (454 presenti, 393 sulla carta). In un quadro carcerario dove le ombre sono assai più delle luci, la presidente della Corte d’appello ha sottolineato in positivo la realtà delle cosiddette “celle aperte”. «Negli istituti penitenziari - ha detto Malacarne - è stato ampliato il numero di sezioni caratterizzate dal “patto trattamentale” con i soli detenuti definitivi: questi, a fronte dell’impegno a mantenere un comportamento corretto e partecipativo, sono autorizzati a permanere all’esterno della cella di appartenenza».

di MARIO CONSANI