Treni, passaggi a livello pericolosi. Il prefetto: "Non si può morire attraversando i binari"

Il progetto di chiusura di sette attraversamenti in provincia di Sondrio si è arenato

 Il prefetto Carmelo Casabona  (National Press)

Il prefetto Carmelo Casabona (National Press)

Teglio, 28 maggio 2015 «Non si può morire attraversando un binario e non è possibile che le macchine vengano schiacciate da un treno o dalle sbarre», come già aveva fatto in passato, il prefetto di Sondrio Carmelo Casabona ritorna sul problema serio e incancrenito dei passaggi a livello valtellinesi. «Uno dei pochi che abbiamo in provincia che ho affrontato da subito con studi, riunioni, comitati. Purtroppo, al momento, senza ottenere risultati, tant’è vero che pochi giorni fa, ancora, si e sfiorata la tragedia (a Forcola)».

Questa volta la posizione del rappresentante del Governo in provincia è ancor più ferma e risoluta: «Tutti i soggetti chiamati in causa e responsabili devono sostenermi per risolvere il problema - prosegue - Dagli studi fatti sono indicati i passaggi a livello da chiudere e ora, con i sindaci dei Comuni coinvolti, le Ferrovie, la Provincia e chi di dovere, riprenderemo il dialogo, per arrivare alla soluzione definitiva. Avrei gli strumenti per imporla (in modo coercitivo), ma non voglio, sono sempre stato convinto che tutto si possa risolvere confrontandosi».

A fine 2014, in occasione dell’ultimo tavolo sull’argomento, erano stati individuati 7 passaggi a livello e Provincia e Ferrovia avevano preso l’impegno di chiuderli. L’impedimento più grande a che la cosa si attuasse è arrivato dai sindaci, o meglio, da quella fetta di elettorato che, per comodità, preferisce che rimangano aperti e percorribili (agricoltori ecc.). Probabilmente è proprio per mantenere questi voti che le amministrazioni non si decidono.

«Bisogna capire - prosegue il prefetto - che se ci scappa il morto delle responsabilità verranno trovate». E non è il caso di arrivare a questo punto. «Al più presto - aggiunge - convocheremo un altro tavolo che, mi auguro, potrà dare una svolta alla questione. Lo status quo attuale, di certo, non si può mantenere». Le parole di Casabona risuonano non tanto come un avvertimento, quanto come un serio invito alla riflessione, per arrivare ad una soluzione necessaria e non più procrastinabile. Ne va dell’incolumità generale e della fruizione libera e serena del mezzo di trasporto ferroviario. Non è più pensabile che ci siano ritardi e soppressioni, come quelli dell’altro giorno (un guasto ai passaggi a livello tra Ponte e Tresenda ha impedito ai convogli di transitare regolarmente), cagione di disagi e problemi per studenti e lavoratori . «Io da qua andrò via, quindi non è una questione personale. È una questione professionale e di principio: mi fa rabbia non poter risolvere la cosa di comune accordo, bisogna essere coesi, non ci devono essere persone che si defilano per una presa di posizione. La guerra da vincere non è del prefetto ma di tutti».